Il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha pubblicato pochi giorni fa la “Nota trimestrale congiunta” sulle tendenze dell’occupazione relativa al terzo trimestre 2017. Siamo, quindi, di fronte all’ennesimo rapporto, interessante soprattutto per la sua modalità “condivisa” tra diverse istituzioni competenti in materia, che dovrebbe aiutare cittadini, imprese, parti sociali e politica a comprendere un po’ di più lo stato salute del nostro mercato del lavoro.
Si evidenzia così nel rapporto come nello scorso trimestre la crescita tendenziale dell’occupazione sia stata ancora interamente determinata dalla componente del lavoro dipendente in termini sia di occupati (+2,3% secondo l’Istat), sia di posizioni lavorative riferite specificamente ai settori dell’industria e dei servizi (+3,6%, anche in questo caso sulla base delle analisi Istat).
Emerge poi come il tasso di occupazione sia stato, nei mesi scorsi, pari al 58,1%, frutto della crescita di due decimi di punto rispetto al trimestre precedente. Considerando, più complessivamente, l’ultimo decennio (2008-2017), il tasso aumenta di ben oltre due punti percentuali rispetto al valore minimo (nel terzo trimestre 2013, eravamo al 55,4%), proseguendo nella tendenza al recupero dei livelli massimi pre-crisi (58,8% registrato nel secondo trimestre del 2008).
Nel periodo preso in esame, si sottolinea come prosegua la tendenza all’aumento dell’occupazione sia su base annua che in termini congiunturali. Ancora una volta, la crescita tendenziale è stata interamente determinata dalla componente del lavoro dipendente in ragione sia del numero degli occupati che delle posizioni lavorative riferite specificamente ai settori dell’industria e dei servizi.
In questo quadro generale è certamente interessante fare un approfondimento sulla condizione occupazionale dei nostri giovani. Emerge così come nel terzo trimestre 2017 l’occupazione dei 15-34enni torni a crescere sia in valore assoluto, sia nel tasso e come, in termini congiunturali, questo dato aumenti (finalmente?) più di quello delle altre fasce di età (+0,3 punti). Tra i giovani, inoltre, è maggiore il calo del tasso di disoccupazione sia tendenziale che congiunturale.
Allo stesso modo nella classe di età 35-49 anni, malgrado la diminuzione del numero di occupati, il tasso di occupazione continua a crescere sia rispetto al trimestre precedente, sia su base annua (+0,1 e +0,6 punti); in questa fascia di età, inoltre, è più forte il calo congiunturale del numero di disoccupati (-1,5%) e quello tendenziale degli inattivi (-4,0%).
Prosegue, infine, la crescita del numero di occupati e del tasso di occupazione tra gli over50, indotta anche dall’allungamento dell’età pensionabile dovuta alla “Legge Fornero”, anche se proprio tra i lavoratori “maturi” aumenta, anche, la disoccupazione.
Si iniziano, insomma, a vedere timidi segnali di ripresa anche in termini occupazionali. Nonostante questo, e sarà importante ricordarcelo durante la campagna elettorale già, nei fatti, in corso, nell’anno che verrà non sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno, non ci sarà da mangiare e luce tutto l’anno e i muti non parleranno.