Francesco Totti ha ricevuto nella sede milanese de La Gazzetta dello Sport il Premio Internazionale Giacinto Facchetti – ‘Il bello del calcio’, assegnato dal 2006 alle migliori personalità nel mondo dello sport e del calcio in particolare. Totti ha parlato del significato di questo riconoscimento: “E’ una gratificazione grandissima, sono contento che la famiglia Facchetti abbia pensato a me, vuol dire che qualcosa di buono in campii l’abbiamo fatto. E’ un riconoscimento che gratifica più la persona che il giocatore”. Intervistato dal vicedirettore della Rosea Andrea Di Caro, Totti ha parlato anche di suo padre che in passato riteneva più forte il fratello: “Fortunatamente ancora non mi dice che sono bravo, papà ha preso questa strada e la porterà avanti fino alla fine. Anche grazie al rapporto con lui vado avanti con la testa giusta, ho una famiglia alle spalle che mi ha insegnato veramente il valore della vita, con tutti i sacrifici che hanno fatto. Un grazie anche a loro“. Passando alla Roma, il capitano ha tratto un mini bilancio della sua esperienza con la maglia giallorossa valutando anche il futuro: “Se ho più dato o ricevuto? Tutt’e due, perché quando ti sposi per vent’anni con la stessa squadra vuol dire che qualcosa di vero c’è. C’è stato sempre l’amore e la passione, ho sempre voluto indossare un’unica maglia e fortunatamente ci sono riuscito. (…) Ormai la Roma è l’unico amore calcistico che ho, lo porterò fino in fondo“. Quanto al gol più importante il numero 10 ha citato quello in Roma-Parma 3-1 il 17 giugno 2001, giorno del terzo scudetto giallorosso: “Un giorno in cui ho sentito battere il cuore più forte del previsto“. Questo può essere l’anno giusto per il nuovo trionfo? Totti risponde: “Penso di sì, lo speriamo sia io che tutta la squadra e tutta la città, che merita grandi palcoscenici e grandi vittorie; hanno una passione nei nostri confronti differente da tutti gli altri“. Quanto al sogno che resta: “Vincere la Champions League“.