La ministra Valeria Fedeli è convinta che il rinnovo dei contratti statali, per quanto riguarda il comparto scuola, possa essere chiuso in tempo brevi. Il presidente dell’Aran, Sergio Gasparrini, nutre dei dubbi sulle parole della ministra. Nella Legge di Bilancio gli stanziamenti sono insufficienti, quindi le risorse andranno recuperate nel bilancio del ministero dell’Istruzione. Una questione delicata di cui si discuterà nell’incontro previsto per domani è quella relativa agli arretrati 2016-2018. L’una tantum media dell’intera categoria degli statali pesa per 492 euro. Secondo La Repubblica, è probabile che gli aumenti e gli arretrati siano presenti negli stipendi di marzo. Dal rinnovo del contratto passa anche la nuova busta paga dei dirigenti scolastici: secondo un calcolo più raffinato della Cgil sui 96 milioni lordi messi nella Legge di bilancio, l’aumento sarà intorno ai 270 euro netti. Ora gli 85 euro lordi, poi 105 euro netti che diventeranno 210 nel 2020. (agg. di Silvana Palazzo)
LA “BEFFA FINALE” DI ANIEF
Mentre sono ancora in corso le trattative sul rinnovo dei contratti statali per il mondo scuola, arriva l’attesa e consueta opposizione con armi e battaglie del sindacato Anief. Lo scontro con il Miur continua, in particolare le cifre in campo per l’intera partita di rinnovo dei contratti: «Dopo gli aumenti miseria, pari a 85 euro medi lordi (40 netti), arrivano infatti gli arretrati ristretti del biennio 2016/2017: porteranno appena dai 370 euro della fascia retributiva più bassa ai 712 di quella più alta. La media, quindi, si ferma attorno ai 500 euro lordo Stato, cioè diviso per 1,3838, del lordo dipendente ovvero con sottrazione del 35% da tassare: alla fine, sottraendo tutte queste trattenute, il dipendente statale percepirà in media solo poco più di 230 euro netti», si legge nella nota di Anief nel giorno che i sindacati sono tornati a trattare con la Pubblica Amministrazione sul fronte contratto Scuola. «È una cifra che si commenta da sola, su cui l’Anief non ha mai avuto dubbi, tanto da invitare il personale della PA a rivendicare 2.654 euro, comprensivi delle quattro mensilità di fine 2015 indicate dalla Corte Costituzionale, ma ignorate dalla parte pubblica» – commenta il sindacato della scuola che poi aggiunge ancora con il presidente Marcello Pacifico -. «Tra l’altro l’una tantum degli arretrati arriverà probabilmente nella busta paga di marzo e andrebbe ulteriormente incrementata, quasi una marchetta elettorale vista la campagna di elezione per il rinnovo delle RSU».
SCATTA LA TRATTATIVA PER IL RINNOVO
È cominciata alla erre 16 la riunione-fiume sul fronte Scuola per il rinnovo dei contratti statali per tutti i dipendenti (docenti, Ata e collaboratori) che operano nel settore gestito dal Ministero della Pubblica Istruzione: «i tre leader sindacali di categoria, Francesco Sinopoli, Maddalena Gissi e Pino Turi – ritengono che il negoziato debba avere come riferimento imprescindibile l’accordo di Palazzo Vidoni del 30 novembre 2016, assicurando ai lavoratori del Comparto la piena disponibilità di risorse per un aumento medio di 85 euro mensili», riporta l’Ansa poco prima del primo tavolo specifico sul mondo scuola con i sindacati, i rappresentanti del Governo, del Miur e della Pubblica Amministrazione. Da oggi dunque, come spiegato nei giorni scorsi dal Ministro Fedeli, si entra nel vivo della trattativa con il numero di dipendenti statali coinvolti che tra docenti, amministrativi e personale, con anche i ricercatori, supera il milione di persone: « Lavoriamo per trovare una soluzione per tutto il comparto, presidi compresi. La scuola, come tutto il settore del pubblico impiego, ha un contratto fermo da nove anni e dopo gli statali ora tocca a tutta la filiera della conoscenza», conferma la Fedeli in una nota del Miur.
MIN. FEDELI, “RINNOVO PRONTO”
Con una intervista uscita il 31 dicembre sul Messaggero il Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli ha voluto dare il “buon anno” a tutti i docenti che attendono il rinnovo dei contratti statali con una novità si spera positiva: «ci vedremo martedì (oggi, ndr) con i sindacati e lavoriamo per un rinnovo in tempi più rapidi possibili». Insomma, il contratto anche per la scuola dovrebbe essere a breve approvato dopo che il comparto centrale ha trovato l’accordo negli ultimi giorni 2017 e dopo che proprio la scuola e la sanità restano i punti scoperti della riforma Madia, con le situazioni più spinose che ancora restano (finora) insolute. Secondo la responsabile del Miur, «Lavoriamo per trovare una soluzione per tutto il comparto, presidi compresi. La scuola, come tutto il settore del pubblico impiego, ha un contratto fermo da nove anni e dopo gli statali ora tocca a tutta la filiera della conoscenza». La Fedeli ha ricordato come sul fronte “copertura” economica in busta paga per i docenti finiranno fino a 200 euro lordi in più al mese, e comprende l’aumento base deciso dagli statali integrato agli incentivi sul merito e il “bonus Renzi” da 80 euro. «Nella legge di stabilità, come ha detto la ministra Madia, ci sono i soldi per i contratti e lo chiuderemo presto», conferma ancora il ministro della Scuola.
L’UNA TANTUM DEGLI ARRETRATI
Con la firma dei sindacati alla riforma della Pa sui “contratti statali”, resta il punto complesso e non di immediata risoluzione degli arretrati ingenti che la Pubblica Amministrazione deve ai tanti lavoratori che danni lamentano la mancata restituzione. Il rinnovo siglato vede l’una tantum degli arretrati che arriverà nella prima busta paga utile (forse febbraio 2018) dopo che l’esame del ministero dell’Economia sugli aumenti stipendiali statali sarà effettuato. Stando alle anticipazioni del Sole 24 ore, «L’una tantum recupera gli effetti del rinnovo solo sul 2016 e 2017, ma le cifre dipendono dallo stanziamento complessivo. Se lo stipendio interessato, come probabile, sarà quello di marzo 2018, per un ministeriale medio (area seconda, posizione economica F4)?l’una tantum sarà di 570 euro lordi». Per poterla calcolare a livello pratico, va considerato l’andamento progressivo degli aumenti stessi: nel caso degli stati, 300 milioni per il 2016, 900 milioni per il 2017 prima di raggiungere il livello a regime da 2,85 miliardi dal 2018. «L’una tantum di ognuno, quindi, sarà la somma degli aumenti relativi alle 13 mensilità del 2016, alle altrettante di quest’anno e ai primi due mesi del prossimo, nel caso di avvio effettivo dei nuovi contratti a marzo», conclude il quotidiano economico.