E’ finita l’avventura di Roberto Mancini al Manchester City? Probabile: sabato popmeriggio il gol di Mikel Arteta nei minuti finali ha consegnato tre punti all’Arsenal e staccato a questo punto in maniera sostanzialmente decisiva il City dai cugini dello United. Adesso i punti che separano le due squadre di Manchester sono otto: troppi, a sei giornate dalla fine, per pensare che una squadra stanca e senza fiducia come oggi è il club dell’Etihad Stadium possa colmare le distanze, soprattutto perchè chi è in testa, ovvero i Red Devlis, raramente sbaglia i finali di stagione. Doveva essere l’anno della consacrazione per Mancini, dopo la vittoria in FA Cup, la qualificazione in Champions League e gli investimenti dello sceicco Mansour. Niente, invece: il City chiuderà la stagione senza vincere nulla, eliminato dalla Champions nella fase a gironi, poi fuori anche dall’Europa League, quindi eliminato dalla FA Cup e dalla Coppa di Lega. E’ vero che Mancini ha tenuto la squadra al primo posto in Premier League per cinque-sei mesi; ed è pur vero che prima di diventare grandi bisogna imparare a farlo. In questo senso, la stagione della metà blu di Manchester è stata di consolidamento, un consolidamento che certo ha abituato il gruppo a lottare per grandi traguardi e assaporare il primato, la competitività e le pressioni che comportano. Inevitabilmente, una squadra come il Manchester United, abituata a stare lassù, ha preso il comando e ha pure allungato; il City ha tutto il tempo per imparare a gestire lo stress da prima della classe. Il tempo, però, potrebbe non averlo Mancini: l’allenatore italiano gode della fiducia della dirigenza e di quella del gruppo in generale, ma è chiaro che in una grande squadra costruita per vincere non si ha mai troppa pazienza se i risultati non arrivano. Ecco perchè Mancini è in bilico: soprattutto se, stando a quanto riporta il Guardian, il possibile sostituto, e al momento primo della lista, è José Mourinho. L’ipotesi non è campata per aria: lo Special One è al secondo anno sulla panchina del Real Madrid, sappiamo che non si lega mai troppo ad un club, soprattutto perchè vuole sempre lasciare da vincente. Se il Real dovesse vincere Liga e Champions League, il futuro di Mourinho si allontanerebbe decisamente da Madrid.
E quale miglior destinazione se non la Premier League, di cui Mourinho ha sempre sentito la mancanza e nella quale ha sempre dichiarato di voler tornare. Il Manchester City, in più, è un club in ascesa e sarebbe una sfida gradita a chi si ritiene, a torto o a ragione, il numero uno; e aggiungeteci la suggestione di rappresentare il “nemico” numero uno di Sir Alex Ferguson, ovvero l’uomo di cui Mourinho sogna di prendere il posto, prima o poi. L’unica obiezione potrebbe essere rappresentata dal Chelsea: se Di Matteo non verrà confermato – probabile – la panchina dei Blues sarà vacante. Riuscirà Mourinho a non subirne il richiamo?