Gianmarco Nesta giocherà nella Roma il prossimo anno. Evidentemente lo zio Alessandro non è riuscito a trasmettergli l’amore per i colori della Lazio. Nè quello per il ruolo del difensore, visto che il promettentissimo classe 2000 gioca nel ruolo di attaccante esterno. E vanta un dribbling alla Di Canio e un tiro alla Di Vaio, per dirla con le parole di Volfango Patarca, scopritore del ragazzino, nipote dello stagionato difensore, che ha appena chiuso la sua storia con il Milan. Patarca ha applaudito la scelta dei giallorossi di prendere Gianmarco, che verrà aggregato sotto età ai Giovanissimi Regionali, e nel contempo ha bacchettato la Lazio, a cui pure era stato proposto, ma che si è lasciato sfuggire un talento assoluto. “Si farà”, si è detto sicuro il talent scout, che per anni ha servito la causa biancoceleste, prima di venire scaricato, apparentemente senza motivo: “Con Cragnotti portammo avanti alla grande il settore giovanile. Il mio allontanamento, nel 2004, ha dell’assurdo”, le sue parole, molto polemiche, ai microfoni del Corriere dello Sport. La Roma, dunque, è stata più lesta dei cugini e ha messo le mani su un futuro campioncino. Con Bruno Conti, del resto, Gianmarco “è in ottime mani”. I giallorossi, secondo Patarca, hanno sempre fatto un eccellente lavoro nelle giovanili, e i risultati degli ultimi anni stanno lì a testimoniarlo. A suo avviso, siamo in presenza di un ragazzino dall’avvenire roseo, che negli allenamenti ci mette “la rabbia dei grandi. L’ho abituato a stare sempre con il pallone fra i piedi”, ha aggiunto Patarca, lamentando che tale pratica sta cadendo ormai in disuso nel nostro panorama calcistico. Del resto, se si vuol sperare di raggiungere un giorno i livelli della Spagna, non resta che lavorare molto sulla tecnica e sul possesso palla. Senza andare a prendere i giovani all’estero, come fanno tanti, troppi club: “C’è da vergognarsi di questo e la Federazione dovrebbe vigilare e tentare di porre rimedio”, ha spiegato Patarca, dicendosi d’accordo con Zdenek Zeman, quando diceva che “all’estero è più facile far circolare soldi”. Insomma, secondo lo scopritore di Nesta junior, bisogna andare a pescare i ragazzini più bravi sui tanti campetti che affollano il nostro paese, senza rivolgersi al mercato estero. E’ anche un discorso che può avvantaggiare la Nazionale, naturalmente.
La speranza è che l’appello di Patarca non cada nel vuoto. Il secondo posto a Euro 2012 non ci illuda: il nostro calcio, come ha detto Prandelli, va svecchiato profondamente, dovranno essere bravi anche i dirigenti dei club italiani che dovranno puntare sui giovani talenti.