Doveva essere una partita di festa a Busto Arsizio, invece purtroppo l’amichevole Pro Patria-Milan è finita nel modo peggiore. La prima partita dell’anno solare 2013 è stata rovinata da un gruppetto di presunti ultrà della squadra bustocca, che fin dai primi minuti hanno preso di mira i giocatori di colore del Milan, soprattutto Boateng e in misura minore Niang e Muntari, oltre ad El Shaarawy per le sue origini egiziane. Da segnalare il fatto che non sono stati l’arbitro e i suoi collaboratori a prendere la decisione di interrompere la partita, forse per non turbare quello che era un pomeriggio di festa per colpa soltanto di pochi razzisti. Kevin Prince Boateng, però, la pensava diversamente: visibilmente stizzito, al 26′ minuto il giocatore del Milan ha calciato il pallone verso quegli pseudo-tifosi, si è tolto la maglia e si è diretto verso gli spogliatoi, seguito da tutta la formazione rossonera. A quel punto, i giocatori della Pro Patria e l’arbitro si sono adoperati per fare in modo che la partita potesse riprendere, ma il Milan – con in prima fila il capitano Massimo Ambrosini – è stato irremovibile. I rossoneri hanno infatti deciso di non tornare in campo per dare un segnale forte contro il razzismo, pur se ovviamente favorito dal fatto che non si trattava di una partita ufficiale. Dopo qualche minuto, infatti, era arrivato l’annuncio dello speaker dello stadio ‘Carlo Speroni‘ aveva annunciato che la partita sarebbe ripresa, pur se con il chiaro avviso che si sarebbe fermato tutto al primo coro razzista. Ma la volontà dei ragazzi di Massimiliano Allegri è stata irremovibile. Queste sono state le parole dell’allenatore: “Sono dispiaciuto e amareggiato, ma credo che sia giusta la scelta di non rientrare in campo per rispetto verso i nostri giocatori e tutti gli altri giocatori di colore di qualsiasi serie. Bisogna smetterla con questi gesti incivili. L’Italia deve diventare più civile e anche un po’ più intelligente. Ci dispiace per le famiglie ed i bambini che erano venuti qui per godersi la splendida giornata. Speriamo di aver dato un segnale che abbia un seguito, dovessero ripetersi altri atti del genere in qualsiasi campionato. Ci scusiamo e speriamo che questi eventi incivili non capitino più”. Decisamente più duro il presidente Silvio Berlusconi, che ha fatto passare qualche ora per parlare ma poi è stato irremovibile: “Per gli episodi di razzismo deve esserci tolleranza zero. In casi simili le partite vanno sospese subito, anche in campionato”. A queste vanno aggiunte le parole di Ambrosini, altrettanto amareggiato.
Il capitano rossonero ha anche promesso che il Milan tornerà a Busto Arsizio, per vivere finalmente una giornata di festa: “Eravamo infastiditi dall’inizio, la situazione era da gestire in modo differente. Andava dato un segnale forte, anche se ci dispiace che per colpa di pochi ci hanno rimesso tanti. Ci impegniamo a tornare qui al più presto, ma non si poteva continuare la partita in un clima così”. Dello stesso tono le dichiarazioni di El Shaarawy: “Dispiace per la gente di Busto che era venuta per guardare la partita”. Poi però il Faraone è categorico: “E’ stato un pomeriggio vergognoso”. “Vergogna” è la parola usata anche da Kevin Prince Boateng, il giocatore maggiormente insultato: il ghanese ha affidato a Twitter il suo pensiero. La scarna cronaca di quanto era successo in campo parla di una Pro Patria che aveva iniziato meglio ed aveva infastidito il Milan nei primi minuti. Poi i rossoneri erano cresciuti ed avevano colpito un palo con il solito El Shaarawy, con Muntari che aveva ribadito in rete ma in posizione di fuorigioco. Ma questo pomeriggio – purtroppo – verrà ricordato per ben altri motivi.
(Mauro Mantegazza)