RACCOLTA FIRME FLAI-CGIL SULLE PENSIONI
Mentre la campagna elettorale è in corso, la Flai-Cgil sta continuando la sua raccolta firma a sostegno della piattaforma “Riformare le pensioni, dare lavoro ai giovani”. Domani mattina, scrive lecceprima.it, ci saranno dei banchetti nella città salentina vicino al mercato di “Campagna amica”. Il sindacato vuole modificare la Legge Fornero, in modo che i lavoratori del settore agricolo non siano costretti ad attendere i 70 anni per poter accedere alla pensione. Inoltre, viene chiesta una correzione della Legge 335/95 per far sì che ci siano meno difficoltà a maturare i requisiti necessari alla pensione contributiva in un settore in cui non manca discontinuità lavorativa e quindi contributiva. La Flai chiede anche di ampliare la categoria dei lavoratori che possono accedere all’Ape social, comprendendo gli agricoli, gli addetti alle carni, alla pesca e coloro che svolgono attività in ambienti a temperatura particolarmente bassa o al contrario calda.
DIACONALE CRITICA I DIFENSORI DELLA LEGGE FORNERO
Dalle pagine de L’Opinione delle libertà, il direttore Arturo Diaconale critica “i difensori ad oltranza” della Legge Fornero, secondo cui non si può cancellare la riforma delle pensioni del 2011 senza andare incontro a un forte costo per le casse pubbliche. Se questo in linea teorica è vero, secondo Diaconale non bisognare dimenticare “che il costo sociale della Legge Fornero è stato decisamente superiore a quello del risparmio provocato dal provvedimento visto che la ferita inferta a decine di migliaia di cittadini lasciati improvvisamente senza lavoro e senza pensione non si è affatto richiusa”. Inoltre, negli ultimi anni il debito pubblico, che la Legge Fornero avrebbe dovuto contenere, è aumentato. Secondo Diaconale, quindi, occorre rivedere completamento l’impianto dello Stato sociale, “sburocratizzandolo dalle fondamenta e non lasciandolo intatto nella speranza che gli anziani muoiano il più presto possibile”.
UNIONE CRISTIANA PREPARA IL PROGRAMMA
Si avvicinano le elezioni politiche del 4 marzo e anche Unione cristiana sta mettendo a punto il suo programma. Il Presidente Domenico Scilipoti Isgrò ha convocato per oggi una riunione del coordinamento nazionale del movimento per discutere i contenuti del programma, nel quale la priorità sarà data al lavoro precario. “Sono sempre più numerosi infatti i giovani in cerca di un’occupazione stabile e retribuita dignitosamente, così come le famiglie che vivono sotto la soglia della povertà. Desideriamo offrire il nostro contributo anche per alleviare le sofferenze degli anziani, rafforzare la sanità e l’innovazione tecnologica, destinare maggiori investimenti al terzo settore, risolvere i problemi delle pensioni e dell’immigrazione”, ha detto il Senatore di Forza Italia. Sono anche in preparazione le liste di Unione Cristiana e non è da escludere che quale nome possa confluire tra le candidature di Forza Italia.
QUOTA 41 E PRECOCI, DAMIANO CRITICA DI MAIO
È molto attivo in questo periodo Cesare Damiano, che è intervenuto per criticare Luigi Di Maio, dopo la sua proposta di cancellare la Legge Fornero per sostituirla con la Quota 41, prevedendo quindi l’introduzione dei 41 anni di contributi quale requisito di accesso alla pensione. “Si tratta della fotocopia della proposta di legge 857 (di cui ero primo firmatario) presentata da un folto gruppo di parlamentari Pd il 30 aprile del 2013 che, accanto al criterio dell’anzianità contributiva, introduceva anche il principio della flessibilità”, ha affermato l’ex ministro del Lavoro, che ricorda come Inps e Ragioneria generale dello Stato valutarono in 9 miliardi l’anno il costo di tale proposta. Una valutazione che, non ha nascosto Damiano, “fu scoraggiante”. Tuttavia, ha voluto ricordare che la commissione Lavoro della Camera da lui presieduta arrivò a compiere un’attività importante che ha portato all’introduzione della “normativa dell’Ape sociale e quella dei ‘precoci’. Questi ultimi, possono andare in pensione con 41 anni di contributi, ma a condizione che abbiano lavorato almeno per 12 mesi prima dei 19 anni di età e che appartengano alle 15 categorie dei lavori gravosi”.
Secondo Damiano, quindi, “da lì bisogna ripartire, perché un pezzo di strada è già stato percorso”. “Pensione di anzianità con 41 anni di contributi, Ape sociale strutturale, nona salvaguardia per gli esodati e continuazione della sperimentazione di Opzione Donna, possono diventare obiettivi credibili e non propagandistici se utilizzeremo il prezioso lavoro di silenzioso smontaggio della legge Fornero avvenuto nel corso di questi anni. Alla pura propaganda sostituiamo i contenuti”, ha aggiunto.
COTTARELLI: BISOGNA CONTENERE LA SPESA PER LE PENSIONI
Anche Carlo Cottarelli interviene nel dibattito relativo alla cancellazione della Legge Fornero che ha fatto breccia nella campagna elettorale. “Non c’è niente di intoccabile, il problema è semplicemente dove trovare le risorse che servono e poi c’è il rischio che se si comincia a cambiare una parte della Fornero, si cambiano altre parti e alla fine si smonta tutto”, ha spiegato l’ex commissario alla Spending review intervenendo al Gr1 Rai. Dal suo punto di vista occorre spiegare da dove reperire le risorse necessarie a pagare le pensioni in più che ci saranno. “O si tassano di più quelli che lavorano oppure si disfà la Fornero in certi aspetti nel senso che si va in pensione prima, ma si prendono meno soldi o si tagliano altre forme di spesa pubblica”, ha aggiunto, spiegando anche di ritenere necessario “cercare di contenere, come faceva la riforma Fornero, la spesa per pensioni rispetto al Pil”.
AL VIA L’AUTOCENSIMENTO DEGLI ESODATI ESCLUSI
C’è chi considera chiuso il capitolo degli esodati con le otto salvaguardie finora approvate dopo la Legge Fornero. Anche l’attuale Governo, considerato il fatto che non ne ha proposta una nuova con la Legge di bilancio, ritiene che non ci sia più nessuno da tutelare. Eppure sono stimati in circa 6.000 coloro che sono stati penalizzati dalla riforma delle pensioni del 2011, ma non hanno potuto accedere a nessuna delle otto salvaguardie. Per questo motivo il Comitato esodati licenziati e cessati ha deciso di avviare una sorta di “auto-censimento” degli esodati non salvaguardati raggiungibile cliccando qui. Come ricorda Luigi Metassi, “contarsi rappresenta un primo passo per diventare visibili; significa dare concretezza alle istanze che presto presenteremo a un nuovo governo”. Dunque è importante che gli esodati non salvaguardati partecipino.