Una notizia shock è emersa questa mattina: la confessione dell’allora capitano del Napoli Antonio Juliano. In un periodo nel quale abbiamo rivissuto l’incubo del calcioscommesse con arresti, squalifiche e penalizzazioni per le squadre, l’ex giocatore partenopeo riapre una vecchia ferita andando a rivangare una partita vecchia di 34 anni. I fatti: nel corso di un convegno dedicato alla sportività nel mondo del calcio, Juliano ha candidamente ammesso di aver accomodato il risultato di Napoli-Milan del 7 maggio 1978, ultima giornata di un campionato vinto dalla Juventus. Napoli e Milan arrivarono a quella partita con, rispettivamente, 29 e 36 punti: un pareggio le avrebbe qualificate alla Coppa UEFA della stagione successiva. Finì 1-1: le reti al 74′ di Albertino Bigon, all’epoca in rossonero ma poi futuro allenatore del secondo scudetto partenopeo e padre dell’attuale direttore sportivo Riccardo, e all’85’ di Claudio Vinazzani, sette anni al Napoli. A più di tre decenni di distanza Juliano torna su quella partita e ammette: “Il pareggio andava bene a entrambe: ne parlai con Rivera e Albertosi che incontrai negli spogliatoi, decidemmo per il pari. Poi lo dissi ai miei compagni, spiegando che avevamo concordato l’1-1”. Insomma: niente soldi in ballo, niente giri di somme importanti, nessuno “zingaro” all’orizzonte. Semplicemente, l’accordo tra giocatori, una sorta di “patto di non belligeranza” in una partita di fine stagione con un obiettivo comune. Quello che fa riflettere è: perchè 34 anni dopo? Perchè rivelare una combine che, fosse così, non sarebbe certo un esempio di etica e sportività ma nemmeno avrebbe i crismi dell’illegalità? Ad ogni modo, Ilsussidiario.net ha chiesto un parere esclusivo a chi quella partita la giocò: Giuseppe Bruscolotti, che fu anche campione d’Italia nel 1987, era alla sesta stagione con il Napoli. Solito numero 2 sulle spalle, il difensore ci ha raccontato: “Non ricordo niente dell’episodio, e sinceramente mi meraviglia che a distanza di tempo ci sia qualcuno che possa dire determinate cose. Ognuno poi si assume la responsabilità di quello che dice: dichiarazioni del genere non sono certo cose di poco conto. Io penso che Juliano sappia bene che significato hanno le sue parole; lo sa lui però, perchè a me non interessa nè sono a conoscenza di quello che ha detto”. Interrogato sul fatto che, secondo Juliano, i giocatori del Napoli fossero stati informati della combine, Bruscolotti ha affermato con decisione: “Ripeto che non so assolutamente niente e mi dissocio completamente da quanto detto da Juliano; nè ho mai avuto il sentore che in quella circostanza o in altre qualcuno avesse potuto combinare qualcosa di strano, io ho sempre pensato a giocare a calcio”. Naturalmente, se anche fosse effettivamente riscontrata in via ufficiale una conferma del risultato combinato, il fatto sarebbe caduto in prescrizione e non si potrebbe più intervenire. Resta da capire se quella di Antonio Juliano sia stata una “sparata” o la confessione a distanza di un fatto effettivamente accaduto. Ripetiamo:
Eticamente il fatto è comunque da condannare, ma avrebbe ben poco a che fare, se fosse andata come l’ex giocatore ha raccontato, con i recenti scandali. Ricorda molto di più il “biscotto” scandinavo che ci eliminò da Euro 2004, e la dichiarazione di Gigi Buffon“meglio due feriti che un morto”. Sono cose probabilmente accadute ben più di una volta, a tutti i livelli e in tutti i Paesi del mondo: il “non facciamoci male” di fine stagione che a volte non è nemmeno dichiarato prima ma avviene effettivamente sul campo (in Levante-Barcellona del 2011, terza Liga consecutiva per i blaugrana, segnati i due gol le due squadre giocarono esclusivamente a metacampo avendo raggiunto i rispettivi obiettivi).
(Claudio Franceschini)