Cesare Damiano torna a spingere Renzi per adottare una riforma delle pensioni all’insegna della flessibilità. “È giusto chiedere con forza, all’Europa, più flessibilità nei conti per incrementare gli investimenti e pretendere più flessibilità nel nostro sistema pensionistico per favorire l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro”, spiega l’ex ministro. È noto che la sua proposta vorrebbe consentire la pensione anticipata a 62 anni con delle penalizzazioni. Resta il fatto che l’esecutivo ultimamente sembra aver frenato sull’ipotesi di cambiare la Legge Fornero. Ma Damiano ricorda che “anticipare l’uscita verso la pensione vuol dire aumentare il turnover e, di conseguenza, le possibilità di occupazione per le nuove generazioni”. lavoratori precoci si preparano a manifestare a Roma la prossima settimana per chiedere una riforma delle pensioni che introduca “Quota 41”. Per l’occasione è stata inviata una “lettera-invito” a Matteo Renzi, al ministero del Lavoro, a quello dell’Economia, ai sindacati e ai membri della commissione Lavoro della Camera per presentare le ragioni della mobilitazione e invitare i destinatari a essere presenti in piazza Montecitorio. Difficile che i rappresentanti governativi ci siano, mentre i deputati saranno probabilmente presenti tenendo conto che i lavoratori precoci sostengono il ddl Damiano elaborato proprio in commissione Lavoro. C’è da chiedersi se i sindacati saranno presenti: sarebbe una buona occasione per riallacciare i rapporti con una parte di italiani che si sente da loro trascurata.
Cesare Damiano è tornato a parlare di un tema forse sottovalutato in passato, ma importante per le pensioni: i ricongiungimenti onerosi. Oggi, infatti, ci sono diversi italiane, specialmente donne, che per poter andare in pensione si vedono costretti a pagare per poter unire i contributi versati a casse previdenziali diverse durante la loro vita lavorativa. Damiano ritiene che il Parlamento debba stanziare dei fondi, dato che è stato un errore far diventare onerosi i ricongiungimenti e occorre quindi rimediare. “Ci troviamo di fronte a errori del legislatore che fanno pagare conti salatissimi”, ha spiegato. Non sarà certo un compito facile considerando che il Presidente della commissione Lavoro sta portando avanti la sua battaglia anche per la flessibilità pensionistica.
Una riforma delle pensioni non sembra porta risultati positivi. Per il la Confsal-Unsa, le ultime sono state sempre peggiorative, portando gli italiani “a continuare a lavorare ben oltre i 40 anni di contribuzione con la solita giustificazione dei costi del sistema previdenziale”. Per Massimo Battaglia, Segretario generale della confederazione, occorre quindi far “chiarezza definitiva sui conti della previdenza e su quelli dell’assistenza del nostro sistema di welfare”. Questo perché i contributi dei lavoratori finiscono a “pagare il conto di situazioni che nulla hanno che fare con i contributi versati a fini pensionistici”. In ogni caso Battaglia sottolinea che bisogna “procedere ad un immediato superamento della Legge Fornero”.
La Riforma pensioni targata Fornero in queste settimane è stata spesso oggetto di critiche e polemiche da parte non solo dei sindacati ma anche di alcune partiti politici come ad esempio La Lega del segretario Matteo Salvini, richiedendo a gran voce modifiche per porre rimedio alla questione esodati e quant’altro. In queste ore si ripropone la questione con i sindacati che stanno incalzando il Governo Renzi affinché venga istituito un tavolo di confronto. In particolare è stata scritta ed inviata una lettera al Governo nelle persone del Presidente del Consiglio Matteo Renzi e nel Ministro del Lavoro Giuliano Poletti per chiedere l’apertura di un confronto sul tema delle pensioni. Una iniziativa che è stata intrapresa praticamente da tutte le forze sociali e nello specifico dalla segretaria Susanna Camusso della Cgil, dalla segretaria Annamaria Furlan della Cisl e da Carmelo Barbagallo della Uil. Non resta che vedere quale sarà la reazione da parte dell’esecutivo.