Pier Carlo Padoan cerca di fare chiarezza una volta per tutte e nel corso del question time alla Camera dei deputati specifica che il Governo non intende intervenire sulle pensioni di reversibilità. Il ministro dell’Economia ha anche aggiunto che non è previsto alcun provvedimento in materia nemmeno sugli assegni che verranno erogati in futuro. “Tutto quello che la delega si propone è il superamento di sovrapposizione e situazioni anomale”, ha aggiunto Padoan. Vedremo se queste parole riusciranno a spegnere ogni polemica, dato che gli interventi di Giuliano Poletti ed Enrico Zanetti non sono riusciti finora a farlo. Forse stralciando del tutto la possibilità di intervenire sulle prestazioni previdenziali contenuta nel testo della delega si potrebbe riuscire davvero nell’intento. Le pensioni di reversibilità negli ultimi giorni sono al centro del dibattito previdenziale e anche mediatico, arrivando fino ai talk show televisivi. Per esempio, ieri se ne è parlato a diMartedì ed Emiliana Alessanducci, Presidente Colap, ormai ospite fissa del programma, ha spiegato che a suo dire gli assegni di reversibilità sono una sorta di compensazione per l’incapacità italiana di mettere in condizione di lavorare le donne, dato che sono le italiane a esserne in maggioranza beneficiarie e a farne a volte l’unica forma di sostentamento, dato che appunto nella loro vita non hanno avuto grandi opportunità nel mercato del lavoro. Anche per Giuliano Cazzola, ospite in collegamento, le pensioni di reversibilità sono importanti e sarebbe meglio collegarle all’Isee piuttosto che al reddito.
Non si placano ancora le polemiche relative alle pensioni di reversibilità. Giovanni Paglia, deputato di Sinistra italiana, segnala che ancora una volta il Governo, di fronte alle critiche ricevute, ha negato di aver mai voluto cancellare questo tipo di prestazione. “Salvo poi confermare – dice Paglia – di voler evitare sovrapposizioni o di voler ottenere razionalizzazioni. Tutto attraverso una delega, quindi senza il confronto in Parlamento, che si occupa di contrasto alla povertà. Oltre al danno la beffa”. Anche perché, segnala il deputato, “tutti sanno benissimo cosa significhi ‘razionalizzare’”. Dunque “la toppa è peggio del buco”, segnala Paglia.
Sulle pensioni di reversibilità le rassicurazioni del Governo non bastano a Il Melograno, l’associazione per i diritti civili delle persone vedove che aderisce al Forum delle associazioni familiari. “Non lascia dubbi la risposta che ci ha dato il ministro Poletti: ‘Eliminare le pensioni di reversibilità per ridurre gli sprechi!’. Come se la pensione di reversibilità (contributiva e non assistenziale) fosse uno spreco. Per i nostri politici campare e far campare una famiglia su cui si è abbattuta la morte è uno spreco. E chi dice il contrario fa una polemica infondata”, dice Amelia Cucci Tafuro, Presidente dell’associazione. “Siamo abituati ai furti con destrezza, ma fare cassa alle spalle dei più deboli è veramente troppo”, aggiunge Cucci Tafuro, segnalando come da anni si voglia trasformare la pensione retributiva in un assegno assistenziale.
Attraverso i dati analizzati sulla Riforma Pensioni 2016 di alcuni colleghi di ToscanaNews risulta che nello scorso anno le pensioni di reversibilità – il vero tema del momento dopo l’annuncio del governo di provvedimenti e tagli in questo settore – erogate sono state 3.052.482, per un ammontare di 24,1 miliardi di euro. Questi dati sono contenuti nel dossier nel disegno di legge delega sul contrasto alla povertà e sono stati offerti negli scorsi giorni in esame alla Camera. In un periodo dove in tanti parlano di pensioni di reversibilità e di possibili tagli, conoscere di quanto si parli quando si tratta il tema pensionistico a livello numerico è decisivo. Nel documento viene anche riportato delle principali prestazioni di natura assistenziale, la spesa e il numero di erogazioni: assegni per il nucleo familiare con tre o più figli minori (234.332 beneficiari e 0,4 miliardi nel 2014); integrazione al minimo (3.469.254 beneficiari e 20,5 miliardi); maggiorazione sociale del minimo (848.893 beneficiari e 2 miliardi). Come invece già annunciato, il presidente dell’Inps Tito Boeri ha approvato come bilancio di previsione del 2016 un 11,2 miliardi di euro il disavanzo economico stimato per questo esercizio: 2 miliardi di euro in più rispetto a quello registrato nel 2015, non certo una buona notizia.
In questi giorni si sta alzando un grande polverone per la questione riguardante le pensioni di reversibilità con il Governo che ha proposto una abbattimento in funzione del reddito del coniuge rimasto in vita. Sulla questione ha voluto dire la propria l’esponente di Forza Italia, Renato Brunetta che ha rimarcato come:” Sulle pensioni di reversibilità il governo è in stato confusionale. Da un lato la vuole dare alle coppie omo affettive, alle unioni civili, con tutti i pericoli di comportamenti opportunistici che questo comporta; dall’altro la vuole togliere a chi ce l’ha già, a quei 3-4 milioni di vedovi, vedove che ce l’hanno già, per fare cassa. Questo è assolutamente inaccettabile. La pensione di reversibilità, il welfare si dà alla famiglia come prevista dalla Costituzione e non ad altri tipi di istituzione di unione. Su questo il Pd si è spaccato, si sta spaccando, sta spaccando il Paese. Noi abbiamo fatto una proposta di riconoscimento delle unioni omo affettive senza oneri per lo Stato, senza adozioni e senza pensione di reversibilità”.
Anche Filippo Taddei cerca di fare chiarezza sul tema delle pensioni di reversibilità, specificando che il Governo non intende fare alcun taglio con la delega riguardante il contrasto alla povertà. “Il testo non parla di tagli. L’obiettivo di quell’intervento è uno solo: far arrivare le risorse che il governo ha stanziato per contrastare la povertà alle persone che ne hanno maggior bisogno. Razionalizzazione non vuol dire togliere: in questo caso vuol dire dare, premiando chi parte da una situazione di effettivo svantaggio”, spiega il responsabile economico del Pd in un’intervista a Repubblica. Che aggiunge anche un dettaglio che interessa molti italiani, quando afferma che “l’unico intervento in materia previdenziale che il governo ha previsto e messo in calendario per quest’anno è quello sulla flessibilità in uscita”. “Sono due anni che in commissione Lavoro si sta affrontando il tema, cercando di migliorare la situazione delle pensioni di reversibilità”, dice Gessica Rostellato, secondo la quale quindi “la polemica sulle pensioni di reversibilità è del tutto fuori luogo”. La deputata del Pd ci tiene a chiarire che razionalizzare non significa abolire, ma valutare le attuali situazioni e nel caso correggerlo. “Se ci sono situazioni da riequilibrare è giusto farlo, ma sempre privilegiando le fasce più deboli”, ha detto, aggiungendo anche che evidentemente qualcuno sta cercando “di alzare un polverone assurdo contro il provvedimento” del Governo per visibilità e consenso.
Cesare Damiano non va per il sottile e riguardo la polemica sulle pensioni di reversibilità sostiene che il testo delle delega al Governo parla di razionalizzazione delle prestazioni previdenziali, quali sono appunto le pensioni di reversibilità. “Se non è vero che il Governo vuole intervenire, si cancelli quella frase”, ha detto l’ex ministro ad Agorà su Rai 3. Per il Presidente della commissione Lavoro della Camera non si può affidare a una delega in bianco la razionalizzazione di un sistema che vale diversi iliardi di euro. “Io dico che, se si vuole fare un intervento, lo si deve fare separando il tema dell’assistenza da quello della previdenza”, ha aggiunto Damiano.
Enrico Zanetti prova a smorzare ancora le polemiche sulle pensioni di reversibilità, spiegando che “non stanno in piedi” ipotesi che vorrebbero questo tipo di prestazione legata all’Isee. Il viceministro dell’Economia, ospite di Rainews24, ha infatti specificato che l’Indicatore della situazione economica equivalente si utilizza per le prestazioni assistenziali, ma non ha senso collegarlo a quelle previdenziali. “E la reversibilità non è elemento assistenziale, ma previdenziale”, ha precisato Zanetti.
Anche Anna Giacobbe, membro della commissione Lavoro della Camera, invita il Governo a evitare ogni tipo di riduzione (anche futura) delle pensioni di reversibilità, sottolineando che “dalla previdenza non si possono portare via altre risorse, fosse pure per nobili scopi”, come quello di contrastare la povertà. Per la deputata del Pd, semmai, “le risorse spese in Italia per le pensioni ai superstiti compensano in qualche misura tutte le altre ingiustizie che le donne vivono nel lavoro e nel rapporto con la previdenza”.
Le rassicurazioni del Governo sulle pensioni di reversibilità non sembrano bastare ad Annamaria Furlan che al programma Zapping di Radio1 ha detto che “la lotta alla povertà è materia di assistenza, non di previdenza”. Di conseguenza per combattere la povertà non bisogna utilizzare “ i risparmi di una vita dei lavoratori”. Per il Segretario generale della Cisl, “ toccare le pensioni di reversibilità oggi significherebbe aumentare il numero dei poveri, soprattutto donne”, anche perché “le pensioni di reversibilità già oggi sono molto decurtate”. La posizione della sindacalista sembra quindi essere molto chiara e si aggiunge all’ampio fronte parlamentare che non vuol sentir parlare di questo tipo di intervento.
L’intervento sulle pensioni di reversibilità sembra scongiurato dopo le dichiarazioni del ministro Poletti. “Oggi molti tirano un sospiro di sollievo”, scrive Enrico Marro su Il Corriere della Sera, “Ma questo non significa che in futuro non si dovrà tornare sulla sostenibilità di prestazioni pensate per un’Italia che non c’è più: quella delle donne che, di regola, non lavoravano e non avevano di che mantenersi. L’Isee, se usato con criterio, può servire a redistribuire in maniera più equa le prestazioni. Senza scatenare una guerra tra vecchi e nuovi poveri.
In questi giorni si sta discutendo del disegno di legge sulla povertà con tante proposte messe in cantiere dal Governo Renzi per dare supporto a quella fetta di popolazione che si trova in difficoltà da un punto di vista economico. Una politica che non viene salutata in maniera favorevole da tutti e nello specifico dal segretario di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero, il quale usa delle parole al veleno nei confronti del Premier Matteo Renzi. Ferrero ha evidenziato: “Renzi da un lato con la legge di stabilità ha tagliato le tasse alle imprese e adesso vuole tagliare le pensioni di reversibilità: una politica degna della Thatcher, da vero criminale sociale. Prendersela con le persone nella fase della vita in cui sono più deboli la dice lunga su cosa sono le politiche neoliberiste di cui Renzi è paladino. Questi signori stanno distruggendo la civiltà conquistata con tanti anni di lotte”.