LA CRITICA DI FORNERO A BOERI
Intervistata da Fanpage, Elsa Fornero ha detto che a suo modo di vedere Tito Boeri aveva commesso un errore quando aveva lanciato l’allarme sul fatto che i giovani andranno in pensione a 75 anni. “Il problema esiste e va risolto, ma non è bene porlo in quei termini”, ha detto l’ex ministra del Lavoro, ricordando che c’è bisogno di politiche attive del lavoro che aiutino a limitare le discontinuità contributive. “Il lavoratore che rimane senza occupazione deve essere aiutato a reinserirsi il prima possibile nel mondo del lavoro attraverso percorsi ad hoc ed è necessario puntare molto sulla formazione. Comunque vorrei sottolineare che, con il passare del tempo, l’allarme di Boeri mi sembra si sia ridimensionato e non avesse ragione d’esistere in quei termini”, ha detto Fornero, che ha poi evidenziato di non aver intenzione di tornare in politica dopo l’esperienza del 2011.
OPZIONE DONNA, RICHIESTA DI IMPEGNO PER DI MAIO
Luigi Di Maio è stato ospite della trasmissione Otto e mezzo, nel corso della quale ha ribadito la volontà, in caso di vittoria alle elezioni, di superare la Legge Fornero, con l’introduzione di Quota 41 e Quota 100. Tuttavia il Movimento Opzione donna ha notato che il candidato Premier del Movimento 5 Stelle non ha menzionato la proroga di Opzione donna. “Molto grave essersi dimenticato di un punto così essenziale per le donne massacrate dalla Legge Fornero. Molto grave aver già perso un pezzo del programma elettorale appena pubblicato”, ha scritto Lucia Rispoli in un messaggio indirizzato al vicepresidente della Camera. Per questo arriva un invito esplicito a Di Maio di rilasciare una “dichiarazione formale che confermi l’impegno politico del M5S per la proroga di Opzione donna”. Vedremo se il leader pentastellato risponderà.
I CONTI SULLA SPESA PREVIDENZIALE
In questa campagna elettorale si parla molto di pensioni ed è anche difficile capire a quanto ammonti la spesa pensionistica in Italia. In un intervento su Lavoce.info, Lorenzo Borga e Gabriele Guzzi ricordano che, secondo il bilancio dell’Inps del 2016, la spesa pensionistica ammonta a 258,8 miliardi di euro. “È giusto ricordare però che l’Inps non si occupa solo di erogare assegni mensili per lavoratori in pensione, ossia di previdenza pagata principalmente dai contributi di lavoratori e imprese, ma anche di assistenza, finanziata dal bilancio pubblico e prevista dall’articolo 38 della Costituzione”, segnalano gli autori. Dunque da questa cifra andrebbero sottratti 11,9 miliardi che “sono iscritti a bilancio come ‘pensioni erogate per conto dello stato’. Sono le pensioni e gli assegni sociali, le pensioni per gli invalidi civili (escluse le indennità di accompagnamento) e quelle per il settore agricolo ante 1989”.
Inoltre, andrebbero sottratti alcuni interventi non finanziati dai contributi dei lavoratori e delle imprese. Che nel 2016 sono stati pari a 41,4 miliardi, corrispondenti alla Gestione degli interventi assistenziali (Gias), finanziata interamente dalla fiscalità generale. Dunque la spesa per prestazioni previdenziali ammonterebbe a 205,4 miliardi di euro, pari al 12,8% del Pil. Borga e Guzzi fanno comunque notare che in materia di contabilità previdenziale c’è parecchia confusione, anche perché “Istat, Inps e Ragioneria generale dello stato utilizzano diverse definizioni di spesa pensionistica, previdenziale e assistenziale. Persino le organizzazioni internazionali, che basano i propri confronti sui dati forniti dagli istituti nazionali, pubblicano numeri differenti”. Sarebbe quindi meglio arrivare a definizioni allineate e dati congiunti.
COTTARELLI: “ABOLIRE FORNERO SÌ PUÒ MA COSTA TANTO..”
Dopo la Fornero, parla Carlo Cottarelli, una delle figure più autorevoli nel campo economico e di spese dello stato, essendo stato per anni il direttore esecutivo del Fondo Monetario e dopo anche Commissario per la Revisione della Spesa Pubblica cin Italia. Interviene all’Ansa commentando le ultime “promesse” fatte sulla legge delle pensioni in Italia, in particolare sulla possibile proposta di abolizione totale della Legge Fornero. Ebbene, riassumendo “sì può fare”, ma il costo è altissimo: «Possibile ma assai costoso. Si parte da «qualche miliardo per salire a 10-15 miliardi con punte di 1,5 punti di Pil. Nell’intero periodo in termini cumulati sono 20 punti percentuali di Pil. Per un paese già con debito al 130% non è una cosa da niente», spiega l’ex Commissario scelto dal Governo Renzi. Commentando poi gli ultimi dati sui conti pubblici presentati dall’Università Cattolica di Milano, Cottarelli aggiunge «ancellando le norme del 2011 non si risolverebbe tra l’altro il problema dell’età di pensionamento agganciata all’aspettativa di vita, meccanismo introdotto «da una delle riforme Berlusconi». (agg. di Niccolò Magnani)