Giorno di presentazione per Pablo Daniel Osvaldo, nuovo attaccante della Roma. Il giocatore non ha lasciato un ottimo ricordo in Italia. Il talento, intendiamoci, c’è sempre stato, ma lo si è potuto ammirare solo a sprazzi. Osvaldo ha fatto vedere le cose migliori, probabilmente, all’epoca della sua militanza alla Fiorentina, seppure in mezzo a tanti alti e bassi. L’affermazione, però, è arrivata in Spagna, con la maglia dell’Espanyol. E’ proprio grazie a quanto fatto di buono a Barcellona, sponda biancoblù, che i giallorossi hanno deciso di puntare su di lui. Se c’è una cosa che sembra non mancargli, quella è la spavalderia. Osvaldo si è detto convinto che la Roma, scegliendolo, abbia fatto la scelta giusta, anche se, com’è ovvio, l’ultima parola spetterà al campo. Quanto alla sua valutazione, ha risposto così: “Se valgo la cifra spesa per me? No, io valgo di più”. Tecnica e sfrontatezza, bel mix. Il motore della sua nuova esperienza italiana, ha spiegato, sarà la voglia di rivalsa. Le pressioni non lo spaventano, anzi. Al contrario, lo caricano. Osvaldo ha bisogno di sentire la scarica di adrenalina per dare il meglio di sè ed uno stadio come l’Olimpico potrà dargliela sicuramente. “Quando ero in Spagna questa sensazione mi mancava”, ha spiegato, rifilando subito una frecciata al suo recente passato. Il caratterino, come si è visto, non gli manca, così come la chiarezza. Il suo ruolo ideale, ha detto, è quello di centravanti. E subito un brivido è corso sulla schiena dei romanisti: oddio, dualismo all’orizzonte con Totti? Niente paura, perché subito dopo Osvaldo ha precisato che Totti, in quel ruolo, è fenomenale. L’ex-Espanyol se la giocherà con i vari Bojan, Lamela e con chi altro farà parte dell’attacco giallorosso. Nel Lecce Zeman lo utilizzava da punta esterna, come lui stesso ha ricordato. Il massimo, per lui, sarebbe riuscire a “fare almeno la metà di quello che ha fatto Batistuta”, suo idolo riconosciuto, a cui fu paragonato all’inizio della carriera. Osvaldo cerca di ricordarlo nell’esultanza, come sorta di omaggio al campione argentino, che con la Roma vinse lo scudetto 2001. Una mezza promessa gli scappa: “Mi auguro di poter fare venti gol a stagione”. Ma forse è meglio non fare troppi proclami. Lui stesso, successivamente, ha precisato che sarà il campo
A parlare per lui. La nuova Roma non è partita col piede giusto. Ma con un Osvaldo in più nel motore, ragazzo tanto talentuoso quanto sfrontato, chissà cosa può accadere…