Milan-Siena termina con il risultato di 2-0 per i rossoneri. Partita largamente dominata dai padroni di casa, a cui si è aggiunto quel pizzico di fortuna in più che spesso fa la differenza trq un risultato positivo e qualche rammarico in una partita. L’impostazione dei novanta minuti è stata chiara fin dall’inizio. Il Milan ha fatto il solito grande possesso palla, in attesa di affondare con le ripartenze più efficaci, producendo quindi una gran mole di gioco spesso però confinata nella propria tre quarti. Alla fine della partita il possesso palla sarà suddiviso per il 66% per il Milan, e per il 34% per il Siena, ma in alcuni momenti del match il Milan era giunto a punte del 72%. I calci d’angolo sono un altro indicatore di questo andamento della gara: dieci a due per il Milan. La supremazia territoriale, ovverosia il tempo di manovra nella metà campo avversaria, è stata di oltre diciannove minuti per il Milan contro i sei del Siena. Ma per quanto queste statistiche facciano pensare che il Milan abbia collezionato le migliori performance nella manovra (difensiva o di attacco alla porta) l’altissima percentuale di pericolosità calcolata in questo match (73%) indica più che altro una grande abilità nel concretizzare le occasioni. Infatti dei sedici tiri tentati dal Milan solo cinque sono finiti nello specchio della porta, e due in gol. Il possesso del Milan quindi si è sviluppato più che altro sull’asse di difesa e del centrocampo arretrato come dimostrano i nomi dei migliori passatori della squadra rossonera di questa partita: Van Bommel, Mexes, Taiwo e Bonera. In avanti invece non c’è storia con il Siena che non mette a referto alcun tiratore, mentre il Milan ha Ibrahimovic (cinque tiri) Nocerino e Pato (tre) e Boateng (2). La partita è stata comunque molto corretta con tre ammoniti, due nel Siena (uno è il portiere Brkic per il fallo su Boateng) e Seedorf per il Milan. Per quanto riguarda i gol, quello di Nocerino, su azione è stato realizzato con un tiro in corsa in un inserimento sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Un tiro rasoterra, di controbalzo, che ha pescato in una selva di gambe l’unico pertugio possibile. Il raddoppio invece, ad opera di un calcio di rigore (dubbio) trasformato da Ibrahimovic ha messo la parola fine al match.