I lavoratori precoci sembrano aver trovato un altro alleato nella loro battaglia per una riforma delle pensioni che preveda Quota 41 per tutti. Dopo che Matteo Salvini ha detto che, in caso di vittoria di elezioni, è pronto a rivedere il sistema pensionistico introducendo Quota 40, Michele Emiliano, nel presentare l’associazione Fronte democratico a Roma, ha voluto avere sul palco vicino a sé dei lavoratori precoci, che indossavano anche la loro ormai celebre t-shirt con un gigantesco 41. Evidentemente, quindi, il Governatore della Puglia, che corre alle primarie del Pd, vuole sostenere la causa dei precoci. Alcuni di loro, però, non si fidano molto di questa attenzione che la politica sta rivolgendo loro: temono infatti che sia un’astuta manovra per accaparrarsi voti e poi non fare nulla di concreto.
I decreti attuativi sull’Ape non sono ancora pronti, ma già sulla novità principale della riforma delle pensioni si conoscono alcuni dettagli, relativi in particolare alla procedura necessaria per poter accedere all’Anticipo pensionistico volontario. Prima di presentare domanda all’Inps, occorrerà farsi certificare il possesso dei requisiti contributivi necessari dallo stesso Istituto nazionale di previdenziale sociale. La domanda potrà essere fatta però attraverso il sito dell’Inps o presso gli intermediari abilitati, come ad esempio i patronati. pensionioggi.it ricorda anche che, in caso di riscontro positivo, nella certificazione verrà indicato l’importo minimo e massimo dell’Ape ottenibile, di modo che si possa compiere la propria scelta. Insieme alla domanda per l’Ape, andrà presentata quella per ottenere la pensione di vecchiaia, che scatterà una volta raggiunti i requisiti necessari.
Continua l’attesa per i decreti attuativi che dovranno fornire tutti i dettagli sull’Ape, anche per capire se verranno recepite le richieste che i sindacati hanno fatto al Governo durante l’ultimo incontro sulla riforma delle pensioni. In questo senso le organizzazioni sindacali hanno segnalato delle “correzioni” che andrebbero apportate all’Ape social, in particolare per quella relativa ai lavori gravosi, dato che un requisito per la presentazione della domanda di acceso prevede che si sia lavorato in maniera continuativa per sei anni in determinate categorie, cosa che potrebbe creare non pochi problemi agli edili, le cui carriere, specie negli ultimi anni, sono ormai contraddistinte dalla discontinuità. In attesa di capire se il Governo accoglierà la richiesta di prevedere quanto meno una “franchigia” di 24 mesi, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore sarebbero state ormai definitive le categorie che compongono i lavori gravosi. In tutto sono undici e si tratta di: operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici; conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni; conciatori di pelli e di pellicce; conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante; conduttori di mezzi pesanti e camion; personale delle professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni; addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza; insegnanti della scuola dell’infanzia ed educatori degli asili nido; facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati; personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia; operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti.
Matteo Salvini e Cesare Damiano sono stati ospiti ieri della trasmissione diMartedì ed entrambi hanno parlato di riforma delle pensioni, in particolare dell’Ape, e dei vitalizi dei politici. Su quest’ultimo punto i due politici si sono trovati in perfetta sintonia nel sostenere che sarebbe giusto che i parlamentari fossero sottoposti allo stesso sistema in vigore per i normali cittadini, ovvero la Legge Fornero. Quanto all’Ape, invece, sono emerse delle divergenze tra i due. Il leader della Legga Nord ha infatti bocciato senza mezzi termini l’Anticipo pensionistico, evidenziando come sia assurdo pagare per avere una pensione che ci si è guadagnati versando contributi. L’ex ministro del Lavoro ha invece cercato di sottolineare che con l’Ape social alcune categorie, tra cui i disoccupati, potranno accedere alla pensione senza alcuna penalizzazione.
Maurizio Landini è tornato a parlare di riforma delle pensioni durante un’iniziativa della Fiom a Todi. Il Segretario generale delle tute blu della Cgil ha parlato per più di un’ora, ricordando in primo luogo il successo del sindacato nella raccolta firme e nel referendum che hanno portato il Governo a cancellare i voucher lavoro. “Abbiamo segnato dei bei gol ma la partita non è finita. Per ora c’è solo un decreto e invece vogliamo che sia trasformato in legge”, ha aggiunto Landini secondo quanto riporta iltamtam.it, evidenziando la necessità di arrivare a riscrivere il diritto del lavoro in Italia e non solo. “Vogliamo cambiare le leggi su pensioni e scuola”, ha infatti detto il sindacalista, che già in passato aveva criticato la Legge Fornero e in più occasioni sostenuto, per esempio, la battaglia dei lavoratori precoci per Quota 41.
Per i lavoratori precoci sembra esserci un nuovo “alleato” nella battaglia per una riforma delle pensioni che contempli Quota 41 per tutti. A quanto scrive uno dei membri del gruppo Facebook Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti, Matteo Salvini, durante un suo comizio a Biella, avrebbe infatti chiarito che nel caso andasse al Governo cancellerebbe la Legge Fornero per far sì che si possa accedere alla pensione una volta raggiunti i 60 anni o dopo 40 anni di contributi. Questa proposta del leader della Lega Nord sarebbe persino “migliore” della Quota 41 ed è per questo che l’autore del post, al di là della simpatia o meno per Salvini, invita gli altri precoci a valutare se non valga la pena votare per il suo partito.
Durante la puntata di Mi Manda Rai 3, trasmessa questa mattina, è arrivata una telefonata da un telespettatore: Giovanni, lavoratore precoce di 57 anni, che ha voluto raccontare la sua storia, per far capire perché è importante una riforma delle pensioni che contempli la Quota 41 per tutti. Il telespettatore, avendo iniziato a lavorare ancora minorenne, ha versato più di 40 anni di contributi. Ora è però disoccupato. Se versasse contributi volontari, potrebbe andare in pensione anticipata nel 2022, diversamente dovrebbe aspettare fino al 2028, cioè quasi dieci anni. Giovanni ha spiegato quindi di voler semplicemente aver quello che versato lungo la sua carriera lavorativa: dopo 40 anni di contributi, infatti, è difficile pensare che la pensione che riceverebbe sarebbe in qualche modo “tolta” a qualcuno o non giustificata dal suo estratto conto contributivo.
Appena verranno emanati i decreti attuativi sull’Ape sarà finalmente chiaro quanto costerà accedere all’Anticipo pensionistico volontario, l’elemento della riforma delle pensioni contenuta nella Legge di bilancio che garantisce flessibilità. Un costo che potrà essere “ammortizzato” anche mediante il ricorso alla Rita, la Rendita integrativa temporanea anticipata, ovvero utilizzando una parte del proprio fondo pensione per evitare, o diminuire, il ricorso al prestito bancario. Tuttavia bisogna tenere presente che anche la Rita avrà un costo. Lo segnala Daniele Cirioli in un articolo pubblicato su Italia Oggi, in cui si fa riferimento a una nota della Covip. Il costo della Rita potrà essere pagato in un’unica soluzione oppure a rate e servirà di fatto a coprire le spese amministrative. Dunque dovrebbe essere un importo non “penalizzante”.