I decreti attuativi relativi all’Ape, che serviranno a dar corpo alla novità forse più importante della riforma delle pensioni, ancora non sono arrivati. E secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore servirà ancora qualche giorno per il loro varo. Il quotidiano di Confindustria spiega che i tecnici stanno continuando a lavorare alla stesura del testo definitivo, il quale non passerà poi da un Consiglio dei ministri, ma “subito ai pareri di Consiglio di Stato e Corte dei Conti”. Dai palazzi governativi arriva comunque la conferma che l’Anticipo pensionistico potrà debuttare senza problemi il 1° maggio. Una volta varati i decreti, secondo quanto scrive ancora Il Sole 24 Ore, dovrebbe arrivare anche la convenzione con Abi e Ania “per fissare i termini per accedere al finanziamento bancario assicurato per l’Ape volontaria”. Di certo con questi tempi gli italiani non potranno però arrivare già preparati al 1° maggio per presentare la domanda di accesso all’Anticipo pensionistico. Dopo l’emanazione dei decreti è facile infatti immaginare che dovranno arrivare delle circolari Inps per fornire alle sedi territoriali le istruzioni e le procedure da seguire. Nel frattempo gli interessati all’Ape social e all’Ape volontaria dovranno cercare di capire: nel primo caso, se hanno la possibilità di rientrare nella platea dei beneficiari della pensione anticipata “a costo zero”; nel secondo caso, quale sarà il prezzo da pagare, in termini di decurtazione ventennale sulla futura pensione, per poter lasciare il lavoro in anticipo. Senza dimenticare che il mese di aprile ha diversi giorni di feste e ponti.
Resta alta l’attesa per i decreti attuativi sull’Ape, ma non solo. Un’altra novità della riforma delle pensioni è infatti il cumulo contributivo gratuito, che al momento non è però utilizzabile per accedere a Opzione donna o all’ottava salvaguardia degli esodati. Orietta Armiliato, nel suo consueto punto settimanale sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social, fa sapere di “aver avuto ancora una volta rassicurazioni sulla volontà di lavorare alla questione da parte dei componenti della Commissione Lavoro”. Di certo bisognerà che si intervenga al più presto, proprio per dare la possibilità agli interessati di utilizzare questo opportunità. Il tema del cumulo dovrebbe essere affrontato anche durante il confronto tra Governo e sindacati e sarebbe bene che anche l’esecutivo, oltre al Parlamento, si occupi di questo problema di evidente ingiustizia sociale.
I lavoratori precoci non mollano certo la loro battaglia per una riforma delle pensioni che contenga la Quota 41 per tutti. E Roberto Occhiodoro ha dato una notizia importante sulla pagina Facebook del gruppo Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti di cui è tra i più importanti membri. Infatti, martedì 4 aprile una delegazione di lavoratori precoci incontrerà i Segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil. Questo “per decidere azioni di lotta visto lo stallo provocato dal governo”. Occhiodoro ci tiene a precisare, infatti, che i decreti attuativi relativi all’Ape “non sono pronti e, a quanto si dice, non sono nemmeno imminenti (manca la visione ed il giudizio da parte del Consiglio di Stato)”. Giovedì i sindacati dovrebbero vedere poi il Governo e potrebbero quindi portargli anche un chiaro messaggio da parte dei precoci.
Silvio Berlusconi torna a proporre una riforma delle pensioni, assicurando che non si tratta di un pesce d’aprile, nonostante la data odierna. Il leader di Forza Italia ha inviato un messaggio ai partecipanti all’evento “L’Italia prima”, in programma a Firenze e Lucca, nel quale ha esposto alcune linee del programma per le prossime elezioni. Tra queste il fatto di “garantire a tutti una pensione minima di 1000 euro non tassabili per 13 mensilità”. Berlusconi ha sottolineato che questo servirebbe anche ad aiutare le donne che spesso, a causa di una carriera non continua e del lavoro di cura che devono svolgere, sono penalizzate una volta in pensione. L’ex cavaliere ha poi aggiunto: “Potete stare certi che non è un pesce d’aprile: noi lo possiamo promettere con certezza e in maniera assolutamente credibile perché lo abbiamo già fatto quando eravamo al governo aumentando le pensioni minime ad 1 milione di lire”.
Il trattamento economico di molti italiani, grazie alla riforma delle pensioni contenuta nella Legge di stabilità, migliorerà per via dell’aumento della quattordicesima. Lo evidenza Domenico Proietti, che non dimentica però che “esiste un problema di adeguatezza delle pensioni”, come è emerso chiaramente dagli ultimi dati dell’Osservatorio Inps. In questo senso la situazione è più penalizzante per le donne e per questo il Segretario confederale della Uil propone che nella fase due del confronto tra Governo e sindacati sulla previdenza venga messa sul tavolo la possibilità di introdurre “un bonus di contribuzione figurativa per maternità e lavoro di cura”. Proietti, commentando i dati dell’Inps, ha anche ricordato come essi mostrino ciò che la Uil ripete da tempo: la spesa pura per pensioni è “ampiamente sotto la media europea”.