Arriva il sì della Commissione Lavoro del Senato alla delega lavoro, che martedì approderà in aula. L’emendamento introduce il contratto unico di lavoro a tutele crescenti e non prevede l’articolo 18 per i neoassunti. E mentre esulta Maurizio Sacconi, relatore della delega, nel Pd esplode la polemica con in testa Bersani, che chiede modifiche al testo. Correzioni alle quali il ministro del Lavoro Giuliano Poletti dice “no”. Ecco il voto in Commissione: otto componenti del Pd hanno votato per il sì. Sel e Movimento 5 Stelle hanno abbandonato l’aula, i parlamentari di Forza Italia si sono astenuti. Adesso il governo punta a un’approvazione della legge delega in Parlamento entro la fine di ottobre. Per avere, secondo Sacconi, i primi decreti delegati entro dicembre. Intanto tra i leader dei partiti c’è chi applaude a Bersani, secondo cui c’è la necessità “di modernizzare le regole del lavoro dal lato dei contratti e dei servizi. Ma leggo oggi sui giornali, come attribuite al governo, delle intenzioni ai miei occhi surreali. In alcuni casi si descrive un’Italia come vista da Marte”. Sulla spaccatura interna al Pd è intervenuta anche Mara Carfagna, portavoce dei deputati di Forza Italia: “I malumori interni al Partito democratico fanno venire a galla tutte le contraddizioni di chi continua a guardare al mercato del lavoro con le lenti del pregiudizio anti-impresa”. I deputati dei 5 Stelle e Sel affermano che il Governo sta “facendo una pseudo-riforma che priva di qualsiasi tutela i lavoratori. Come opposizione non possiamo accettarlo”, dicono Giovanni Barozzino di Sel e Catalfo Nunzia, Sergio Puglia e Sara Paglini di M5S. (Serena Marotta)