Esodati, quattro mesi di tempo, per circa 8mila di loro, per presentare domanda per la salvaguardia. Il decreto interministeriale Lavoro/Economia ha ottenuto ieri sera il via libera alla registrazione da parte della Corte dei conti, un passaggio di routine prima della ormai imminente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, attesa nei prossimi giorni. Dal momento in cui il decreto sarà legge scattano i termini di 120 giorni per la presentazione delle istanze di salvaguardia, le richieste formali che circa 8mila dei primi 65mila esodati “salvaguardati” dalla riforma delle pensioni devono presentare alle direzioni territoriali del lavoro competenti.
Il decreto interministeriale preparato lo scorso 1° giugno dai ministeri del Lavoro e dell’Economia fa seguito ai decreti legge 201/2011 (la manovra Monti) e 216/2011 (il Milleproroghe), che hanno ridisegnato il sistema previdenziale italiano aprendo prima il problema dei cosiddetti “esodati” – ossia quei lavoratori che, per aver usufruito di scivoli verso la pensione, con l’innalzamento del limite di età pensionabile, si sono trovati improvvisamente con anni “scoperti”, senza stipendio e senza pensione – e in seguito introducendo la possibilità, per alcune categorie di lavoratori, di accedere alla pensione sulla base delle vecchie regole. L’annuncio giunto ieri dalla Corte dei conti risponde alle preoccupazioni dei giorni scorsi per via delle lungaggini sull’esame del provvedimento.
Ora una cosa è certa. Sarà l’Inps ad avvisare con una lettera ciascuno dei 65mila esodati individuati dal decreto interministeriale che potrà andare in pensione con le vecchie regole. Questi “prescelti” potranno dunque dormire sono tranquilli sapendo che la loro pensione c’è. A circa 8mila di loro toccherà soltanto recarsi agli uffici delle direzioni territoriali del lavoro competenti, entro il termine previsto di 120 giorni e presentare istanza di salvaguardia. Ci sono poi altri 55mila esodati che potrebbero salire sul treno della spending review, ricevendo la medesima garanzia di un trattamento pensionistico “vecchio stile”. È con la spending review, in questi giorni ancora all’esame delle Parlamento, infatti, che dovrebbero essere reperite risorse per trovare tutela a queste persone. Anche se non è ancora dato sapere cosa succederà alla restante parte dei 390mila esodati totali di cui così a lungo si è dibattuto nelle scorse settimane.
Secondo quanto stabilito dal decreto interministeriale approvato dalla Corte dei conti, saranno indenni dagli effetti della riforma delle pensioni, 25.590 lavoratori in mobilità che hanno cessato l’attività lavorativa al 4 dicembre con perfezionamento dei requisiti entro il periodo di fruizione dell’indennità di mobilità; 3.460 lavoratori in mobilità lunga con cessazione dell’attività lavorativa al 4 dicembre 2011; 17.710 titolari di prestazione straordinaria a carico di fondi di solidarietà al 4 dicembre 2011, oppure il cui accesso al fondo sia autorizzato dall’Inps o previsto da accordi collettivi; 10.250 autorizzati al versamento volontario dei contributi con decorrenza della pensione entro il 2013 che non abbiano ripreso l’attività lavorativa e abbiano almeno un contributo accreditato o accreditabile; 950 lavoratori esonerati al 4 dicembre 2011; 150 lavoratori in congedo per assistere figli disabili; 6890 esodati con rapporto risolto al 31 dicembre 2011 che non abbiano ripreso a lavorare e maturino la decorrenza entro il 2013. Gli appartenenti a queste ultime tre categorie (circa 8mila persone) dovranno presentare la domanda di accesso alla salvaguardia entro 120 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto interministeriale.