MOODY’S: NON TOCCARE LA LEGGE FORNERO
I mercati non hanno finora risentito del clima di incertezza sul futuro politico dell’Italia. Tuttavia l’agenzia di rating Moody’s ha diffuso una nota in cui, pur riconoscendo che ci vorrà del tempo per arrivare all’insediamento di un esecutivo, che potrebbe anche non avere una maggioranza stabile, quello che sarà importante per il merito di credito dell’Italia saranno le decisioni che verranno prese a livello di politica economica e fiscale, visto l’alto livello di debito pubblico. Gli analisti di Moody’s confessano di prestare poca fede alle promesse della campagna elettorale, ma verrà prestata attenzione “a ogni tentativo di cancellare le riforme strutturali in tema di previdenza”, chiaro riferimento alla possibilità di toccare la Legge Fornero, che viene ritenuta “fondamentale per il miglioramento della sostenibilità del debito italiano”.
LA RICHIESTA DI CONFINDUSTRIA DOPO IL VOTO
I risultati delle elezioni politiche 2018 non hanno consegnato al Paese una maggioranza con i numeri per formare un Governo. “Spetta ora al presidente Mattarella gestire la situazione e non abbiamo dubbi che lo farà nel migliore dei modi”, è il commento di Anna Mareschi Danieli, Presidente di Confindustria Udine. “Confindustria ha un’idea precisa su cosa è necessario per far crescere il Paese. Prima di tutto per noi è fondamentale non smontare le riforme fatte: Jobs Act, Piano Industria 4.0, riforma delle pensioni. Il debito pubblico italiano non ce lo consente. Tutto si può migliorare, ma certo non si può ricominciare ogni cinque anni”, sono le sue parole riportate da ilfriuli.it e che ha rilasciato in un’intervista a Class Cnbc. “Chiediamo quindi realismo, assunzione di responsabilità e pragmatismo nella ricerca di soluzioni, possibilmente capaci di traguardare un orizzonte temporale medio-lungo”, ha aggiunto.
ELSA FORNERO COMMENTA IL VOTO
Anche Elsa Fornero ha commentato i risultati delle elezioni politiche intervenendo ad Agorà, la trasmissione in onda su Rai 3. L’ex ministra del Lavoro ha spiegato che a suo modo di vedere il voto riflette una situazione di ampliamento delle disuguaglianze sociali, con diverse famiglie, soprattutto giovani, che si trovano in condizioni di povertà. Dal suo punto di vista è stata quindi sbagliata la decisione della Corte costituzionale di bocciare il contributo di solidarietà sulle pensioni più alte introdotto dal Governo Monti, che avrebbe contribuito a far diminuire le disuguaglianze. Dal suo punto di vista, la povertà è più diffusa tra i giovani che tra gli anziani e i problemi del Paese non sono nati né nel 2011, né nel 2008, ma sono strutturali. Non mancano però sui social commenti ai risultati elettorali che tendono a evidenziare come siano anche una chiara bocciatura della Legge Fornero, visto che ad affermarsi sono stati Movimento 5 Stelle e Lega che hanno parlato chiaramente di cancellazione e superamento della riforma delle pensioni del 2011.
QUOTA 41 E QUOTA 100 RAFFORZATE DAL VOTO
Il Movimento 5 Stelle e la Lega sono i vincitori delle elezioni politiche 2018. Sembra difficile ipotizzare che possa nascere un’alleanza tra i due partiti. Che pure hanno un tema forte di contatto per quel che concerne le pensioni. Nei programmi sia del Carroccio che dei pentastellati c’è l’abolizione della Legge Fornero, seppur con tempi e modi diversi: Salvini l’ha indicato come uno dei primi provvedimenti da adottare, mentre Di Maio ha fatto capire che sarebbe un obiettivo di legislatura. Quanto al sistema pensionistico da adottare, sia M5S che Lega indicano Quota 41 e Quota 100. Dunque ci sarebbe perfetta sintonia d’intenti. Il Movimento 5 Stelle interverrebbe poi sulle pensioni sopra i 5.000 euro al mese, nella parte non giustificata dai contributi versati, e porterebbe le pensioni minimi a 780 euro al mese.
I DUBBI DOPO IL VOTO
Quota 41, Quota 100, abolizione della Legge Fornero, aumento delle pensioni minime: probabilmente nemmeno stamattina si potrà capire quale sarà il destino del sistema pensionistico italiano dopo che si sono chiuse le urne elettorali. Lo spoglio dei voti, infatti, richiede diverso tempo per poter dare i dati definitivi riguardo la ripartizione dei seggi di Camera e Senato tra i vari partiti. E anche nel caso questi dati arrivino celermente, non bisogna dimenticare che uno dei forti dubbi che c’era alla vigilia del voto riguardava la possibilità che ci fosse un chiaro vincitore. Il centrodestra sembrava essere in vantaggio, ma non così avanti da riuscire ad avere facilmente la maggioranza sia alla Camera che al Senato. L’alternativa a questo scenario, posto che l’affermazione del Movimento 5 Stelle non è stata data come probabile dagli analisti politici, vedrebbe il proseguimento del Governo Gentiloni in attesa di tornare alle urne (non è chiaro se con una nuova legge elettorale o sempre con il Rosatellum).
In questo caso in tema di pensioni non ci si dovrebbe attendere particolari novità. Si dovrebbe infatti andare avanti nel solco già tracciato con la scorsa Legge di bilancio e gli unici interventi che parrebbero probabili in questo scenario riguarderebbero un potenziamento dell’Anticipo pensionistico agevolato, ampliando magari ulteriormente la platea di lavori gravosi già portata da 11 a 15 categorie. Anche perché l’Ape social dovrebbe scadere alla fine dell’anno e dunque si dovrebbe prorogarlo o decidere addirittura di renderlo strutturale.