Novanta minuti sontuosi da parte dell’undici di Luis Enrique che danza letteralmente col pallone tra i piedi, 6-1 che quasi sta stretto ai blaugrana.
Roma troppo brutta per essere vera, letteralmente in balia dei blaugrana. Per fortuna che stasera Szczesny è in giornata sì, altrimenti il passivo sarebbe stato ancora più pesante.
Dopo i primi quarantacinque minuti di gioco, il Barcellona è in vantaggio 3 a 0 su una Roma stordita dalle giocate di Messi (7,5) e compagni. L’undici di Luis Garcia comincia subito in avanti con la Pulce che già al 9′ si divora la palla dell’1 a 0, completamente solo davanti a Szczesny (5,5).
Ma sarà solo questione di tempo prima che i blaugrana sblocchino il risultato con Suarez (8) che, su assist di Dani Alves (7), quasi entra in porta con tutto il pallone e firma così la rete dell’1-0. Due minuti più tardi arriva il raddoppio di Messi con un pallonetto che scavalca Szczesny. Il Barcellona decide di non infierire e abbassa i ritmi, eppure i giallorossi non riescono comunque a produrre gioco e si preoccupano soprattutto di non prenderne altri, arroccandosi in difesa. E dire che, a inizio gara, Dzeko (5,5) aveva avuto la palla dello 0-1 ma ha colpito male di testa il pallone.
Nel finale di primo tempo la Roma ottiene qualche calcio di punizione, avvicinandosi così dalle parti di Ter Stegen (6,5) reattivo su Florenzi (6), ma al primo affondo il Barça trova il 3-0 con un missile di Suarez che trafigge Szczesny. Gara finora a senso unico, e la sensazione è che anche nella ripresa proseguirà il monologo dei padroni di casa.
Non sono diventati campioni d’Europa per caso e stasera lo stanno dimostrando, la Roma sembra un gruppo di dilettanti allo sbaraglio e non una squadra che si sta giocando lo scudetto in Italia. Due gol nei primi quarantacinque minuti e tante giocate che frastornano i difensori giallorossi. Poteva risparmiarsi il fallo d’ammonizione su Keita.
Oggi l’undici di Rudi Garcia sembra in completa balia degli avversari, urge una reazione per evitare il tracollo nella ripresa. E’ l’unico che sia riuscito a impegnare Ter Stegen, e in campo lotta come può per interrompere almeno le azioni dei blaugrana. Completamente fuori dal gioco, non è riuscito a entrare in partita. (Stefano Belli)
Barcellona
Nelle poche occasioni in cui viene impegnato dai giocatori della Roma si fa trovare sempre pronto, neutralizzando i tiri di Florenzi e Iago Falque e parando il rigore a Dzeko.
Nel primo tempo si macchia di un fallo d’ammonizione su Keita, ma poi nella ripresa si riscatta con gli interessi segnando il gol del 4-0 appena prima di uscire dal campo.
Entra in campo a vittoria ormai acquisita, si limita a svolgere il compitino senza fare errori.
Fornisce l’assist a Suarez per l’1-0 ed è bravo a procurarsi diversi falli.
Buona gara anche per lui, sebbene si faccia trovare un po’ troppo spesso in fuorigioco.
Provoca il rigore della Roma atterrando Dzeko dentro l’area, ma a parte questa nota stonata gioca una partita più che buona.
Gioca una partita di sostanza, è meno appariscente rispetto ad alcuni suoi compagni, occupandosi del lavoro sporco a centrocampo e dello smistamento dei palloni.
Anche lui protagonista di un ottimo primo tempo, seppur con qualche lancio sbagliato e qualche palla persa.
Entra a inizio ripresa al posto di Busquets, quarantacinque minuti senza errori e con qualche spunto degno di nota.
Assieme a Rakitic si occupa di smistare i palloni da far giocare alle punte di diamante in attacco.
Anche lui vuole far parte della festa e dopo qualche tentativo trova il gol dopo che Sczcesny respinge il rigore calciato non proprio benissimo da Neymar.
Anche stasera si dimostra un autentico mostro sotto porta con due gol, tanti tiri in porta e innumerevoli giocate.
La Pulce torna a pieno regime: due gol, una rete annullata, tantissime occasioni create, semina il panico nella difesa giallorossa. E’ un onore e una fortuna vederlo giocare nei migliori anni della sua carriera.
Gli manca solo il gol, e la difesa della Roma lo lascia quasi sempre in fuorigioco. Nel finale si intestardisce a segnare e calcia male un rigore che in altri frangenti non avrebbe sbagliato. Ma resta un campionissimo.
E dire che aveva lasciato in panchina giocatori come Iniesta e Mathieu, ma con la squadra che si ritrova sarebbe davvero un’impresa sbagliare gli undici titolari.
Roma
Se non altro, evita alla Roma di uscire dal Camp Nou con un passivo ancora peggiore, parando il rigore a Neymar (anche se poi non può far nulla sul tap-in di Adriano) e compiendo qualche parata prodigiosa ancora su Neymar, Messi e Suarez.
Il peggiore della Roma, perché almeno gli altri ci mettono la buona volontà, lui neanche quella, con la testa è altrove.
Il trio delle meraviglie Messi-Neymar-Suarez gli fa venire il mal di testa, non ne azzecca una e ogni volta è sempre in ritardo rispetto agli avversari.
Perlomeno riesce a lasciare Neymar in fuorigioco, spesso e volentieri infatti l’arbitro lo ferma in off-side
Idem come sopra, serata da dimenticare per il difensore francese.
Nel primo tempo gioca con la spada di Damocle della diffida (in caso di ammonizione) e anche per questo non rende al meglio, Rudi Garcia capisce che stasera c’è poco da fare e decide di levarlo per non fargli saltare la sfida col Bate Borisov, decisamente più importante.
Nella giornata disastrosa di oggi è l’unico che prova a seminare i difensori del Barça, ma senza combinare nulla di concreto.
In una serata come questa neanche l’esperienza che può vantare un giocatore come Keita può servire ad aggiustare le cose, e infatti sprofonda assieme ai suoi compagni.
Stasera in campo è completamente mancato il suo carisma, forse ha accusato la pressione di giocare al Camp Nou, non è assistito neanche dalla fortuna visto che su punizione colpisce solo la barriera.
Non fa nemmeno in tempo a entrare in campo e subito causa il rigore del Barcellona stendendo Neymar. Serata no anche per lui.
Nel primo tempo ci prova entrando in area ed essendo uno dei pochi a calciare in porta, ma Ter Stegen gli dice di no con una parata. Poi nella ripresa Garcia decide di farlo rifiatare in vista dei prossimi impegni.
Prende il posto di Florenzi e impiega pochi minuti a farsi ammonire, perde una miriade di palloni e rende ancora più confusa la manovra dei giallorossi.
A inizio gara si mangia il gol dello 0-1 che forse avrebbe cambiato la partita, nel finale sbaglia anche un rigore ma poi in extremis segna il gol della bandiera.
Primo tempo a dir poco disastroso, mai nel vivo dell’azione, un po’ meglio nella ripresa quando arriva a calciare in porta ma trova l’opposizione di un ottimo Ter Stegen.
Le uniche colpe, di fronte a un avversario del calibro del Barcellona, sono quelle di aver giocato a viso aperto (e di non essersi coperto a dovere) e di non aver schierato la miglior formazione possibile.
(Stefano Belli)