Il Milan ha acquistato Mario Balotelli. Un grandissimo colpo di mercato di Adriano Galliani, che acquista un top player a costi tutto sommato contenuti. I tifosi stanno già scalpitando: Balotelli è l’attaccante che può cambiare le sorti dei rossoneri, che erano partiti tra mille difficoltà e temevano di dover percorrere una stagione irta di difficoltà (che ci sono state) e magri risultati. Si sognava il ritorno di Kakà, si è sperato in Drogba; alla fine l’arrivo di Super Mario mette d’accordo un po’ tutti, anche quelli che pensano si tratti di un tentativo di lanciare la campagna elettorale di Silvio Berlusconi. Va bene così, basta che Balotelli, peraltro ex nerazzurro, sia a Milanello e indossi la maglia numero 45 con i colori rossoneri; quelli del Diavolo, non della seconda divisa del Manchester City. Chi di Balotelli ci aveva già parlato come di un acquisto da portare a termine è stato Daniele Daino, ex difensore del Milan e oggi grande tifoso rossonero; Ilsussidiario.net lo ha contattato in esclusiva per captare le sue reazioni al colpo di mercato e per ragionare sull’attacco dei rossoneri, che adesso potrebbe anche fare a meno di uno tra Pazzini e Robinho. Ecco allora le parole di Daino in merito.
Balotelli al Milan: cosa ne pensa? Da ex giocatore del Milan e grande tifoso che ha sempre il Milan nel cuore non posso che dire che quando la società acquista giocatori che fanno diventare la squadra sempre più forte e sempre più grande sono sempre contento; in più faccio un altro discorso.
Quale? Già un paio di mesi fa si parlava di El Shaarawy che, essendo molto giovane e con il rendimento che aveva, poteva finire sotto gli occhi di grandi club; si parlava di Manchester City, PSG… all’epoca avevo detto: se arriva una mega offerta per lui ben venga. Fossi la società Milan avrei preso in considerazione la cosa – stiamo parlando di 50 milioni almeno. Penserei di fare il sacrificio, a una condizione.
Ovvero? Che arrivi qualcuno in cambio. Ora è arrivato Balotelli, del quale io avevo già parlato bene: è giovane, è forte, ha già dimostrato che in Italia fa la differenza: le poche partite giocate con Mourinho e prima con Mancini hanno fatto vedere che già da giovanissimo faceva la differenza. Oggi con El Shaarawy può formare un tandem d’attacco strepitoso, sono contentissimo. Senza dimenticare un altro giocatore.
A chi si riferisce? A Niang, che secondo me è un ragazzo che crescerà molto.
Crede che il Milan sia la società giusta per limitare gli eccessi fuori dal campo di Balotelli? Sì, il Milan ha una società che fa delle regole la prima cosa. La famiglia Berlusconi ha instaurato questa politica; però dico anche che di Balotelli si parla troppo, ogni cosa che fa viene esasperata. E’ un ragazzo di 22 anni che guadagna tanto: è normale che faccia certe uscite.
Troppa attenzione su di lui insomma?
Ha troppi media attaccati, se ne parla troppo fuori dal campo; io vorrei che Balotelli venisse giudicato per quello che fa vedere in campo. E’ normale che essendo un professionista deve tenere un comportamento idoneo e consono; ma è il campo che deve parlare di più, potenzialmente è uno dei giovani migliori in circolazione; Mancini, che non è uno stupido, continua a sottolineare il fatto che se Mario mette a posto la testa è uno dei più forti al mondo.
Con lui al Milan, potrebbe partire uno tra Pazzini e Robinho: chi dei due considera più “sacrificabile”? Rispondo immedesimandomi nell’allenatore; fossi io alla guida del Milan, su questa tipologia di rosa opterei per tenere Robinho. Gioca fuori dalle linee e puoi schierarlo in più posizioni del campo. Pazzini è sicuramente un terminale offensivo migliore, però…
Però? Con le caratteristiche dell’attacco e della squadra non opterei più per andare al cross. Con questi giocatori che sono fortissimi tecnicamente imposterei più un discorso di fraseggio alla Barcellona. Dei cross quindi il Milan non avrà più bisogno; gli attaccanti sono tutti bravi nel breve, sui 10-20 metri.
Un gioco più verticale quindi… Easttamente. Lo stesso Balotelli è molto alto e ha tanta fisicità, ma è molto più forte palla a terra che nel gioco aereo; poi è bravo anche in acrobazia, ma è più portato al fraseggio. Pensiamo anche a Robinho messo in mezzo a Balotelli ed El Shaarawy: sono tutti giocatori che nello stretto mettono in difficoltà chiunque. Ecco perchè, tra i due, da allenatore terrei Robinho e non Pazzini.
(Claudio Franceschini)