Nelle settimane scorse è stato approvato il Piano integrato per l’occupazione della Regione Toscana che prevede l’attuazione di interventi di politica attiva volti a favorire il rientro nel mercato del lavoro di soggetti disoccupati. Nel dettaglio si prevede la sperimentazione dell’assegno per l’assistenza alla ricollocazione (misura prevista a livello nazionale dal Jobs Act), l’erogazione di un’indennità di partecipazione alle politiche previste dall’assegno per l’assistenza alla ricollocazione, proporzionata alla durata delle stesse, in favore dei soggetti privi di strumenti a sostegno del reddito e l’incentivo all’occupazione, che può essere richiesto dai datori di lavoro che assumono i soggetti destinatari dell’assegno per l’assistenza alla ricollocazione.
Gli incentivi, in particolare, sono riconosciuti per l’assunzione a tempo indeterminato o apprendistato di I e III livello full-time, per l’assunzione a tempo indeterminato o apprendistato di I e III livello part-time, per l’assunzione a tempo determinato o di somministrazione di durata maggiore uguale a 12 mesi, o apprendistato di II livello e per l’assunzione a tempo determinato o di somministrazione di durata da 6 a 12 mesi. Gli importi per l’assistenza alla ricollocazione sono, altresì, definiti, coerentemente con le scelte adottate a livello nazionale, in funzione del punteggio di profilazione del destinatario della misura, definito in sede di sottoscrizione del Patto di servizio personalizzato, e del tipo e della durata del contratto (min 500 – max 5.000 euro).
In questo quadro è opportuno segnalare come, peraltro a ridosso delle elezioni politiche del 4 marzo, si sia registrata una fortissima adesione da parte dei beneficiari, tanto che nei primi tre giorni è già stato raggiunto il limite massimo di 5.000 adesioni finanziabili e sono stati già impegnati i 30 milioni di euro disponibili per questo intervento. Si è, infatti, proceduto al ritmo di oltre 1.500 percorsi di ricollocazione al giorno e il fatto che in così poco tempo si siano esaurite le significative risorse messe a disposizione fa capire quanto sia ancora drammatica la situazione occupazionale in molte aree della Toscana, ex rossa e (probabilmente) anche già ex renziana, e come la crisi sia ancora, ahimè, lontana dal passare anche a nord di Roma.
Dati come questi, insomma, dovrebbero far riflettere la politica e sono certamente utili per provare a comprendere l’esito delle ultime elezioni. In particolare numeri come questi dovrebbero essere letti con attenzione dai dirigenti di quello che “fu” il partito dei lavoratori e che, sembra, abbia aver perso contatto con i nuovi esclusi, potremmo dire il nuovo “terzo stato”, dal processo di globalizzazione dei mercati, ma non probabilmente dei diritti, in corso.