Le imposte sul reddito da lavoro per il lavoratore “medio” hanno continuato a diminuire per il terzo anno consecutivo, anche durante il 2016, in tutti i paesi dell’Ocse, scendendo così al 36% del costo del lavoro, secondo il nuovissimo rapporto dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico reso pubblico solo ieri. Lo studio “Taxing Wages 2017” ha misurato, così come ogni anno, il livello di Irpef e contributi sociali in ogni Paese Ocse al fine del calcolo del cosiddetto “cuneo fiscale” ossia, almeno così ci dice la Treccani, la differenza tra l’onere del costo del lavoro sostenuto dall’impresa, inclusi gli importi versati al fisco e agli enti di previdenza, e la retribuzione netta percepita dal lavoratore.
Emerge, quindi, come il cuneo fiscale sul reddito del lavoratore “medio” sia leggermente diminuito rispetto allo scorso anno, seguendo un consolidato trend pluriennale che, in parte, sta realizzando un rovesciamento rispetto agli incrementi registrati, nei medesimi paesi oggetti dell’indagine, negli anni immediatamente successivi alla grande crisi economica globale. Questa riduzione del cuneo fiscale media è almeno in parte spiegata dalle riforme realizzate in alcuni paesi per ridurre le tasse sui redditi da lavoro. Ad esempio, nel 2016 il Belgio e l’Austria hanno registrato riduzioni significative proprio a seguito delle riforme fiscali messe in campo dai rispettivi governi.
Sebbene, quindi, il cuneo fiscale medio dei paesi appartenenti sia leggermente diminuito nel 2016 rispetto al 2015, esso è, in realtà, aumentato, seppur leggermente, in ben 20 paesi, e diminuito solamente in 14. Secondo il rapporto “Taxing Wages 2017”, inoltre, le tasse sulle famiglie con bambini sono, direi opportunamente, più basse di quelle sui single a eccezione di Cile e Messico. Nel 2016, ad esempio, il cuneo fiscale medio nell’area Ocse per un lavoratore con famiglia e bambini è stato del 26,6%, quasi 10 punti percentuali in meno rispetto a quello di un single. Il cuneo fiscale più alto per le famiglie con un solo stipendio al suo interno (le cosiddette “famiglie monoreddito”) con due figli era in Francia (dove si arrivava addirittura al 40%), Belgio, Finlandia, Grecia, Italia e Svezia che si ponevano tra il 38% e il 40%. La Nuova Zelanda registrava, altresì, il dato più basso per queste famiglie (6,2%), seguita da Cile (7%), Irlanda (8,3%) e Svizzera (9,1%) mentre la media dei paesi Ocse è stata del 26,6%.
Sembra, insomma, che si registri l’ennesimo fallimento del sistema fiscale italiano che riesce, incredibilmente, a penalizzare insieme lavoro e famiglie. La speranza è che si provi, finalmente e sul serio, a cambiare verso alle cose, magari iniziando con la “rottamazione” della politica dei bonus.