Annamaria Furlan non nasconde una certa soddisfazione per il fatto che Pier Carlo Padoan ha dichiarato che ci sono margini per una riforma delle pensioni all’insegna della flessibilità. Tuttavia ha anche dichiarato che la Cisl è stanca “degli annunci se questi non si trasformano in una proposta precisa sulla flessibilità in uscita, con un impegno concreto di un confronto con il sindacato sull’insieme delle questioni previdenziali ancora aperte”. La sindacalista attende ora il ministro “alla prova dei fatti”, in particolare con l’apertura di un confronto tra Governo e Parti sociali sul tema delle pensioni più volte auspicato. Tito Boeri torna a pressare il Governo per varare al più presto una riforma delle pensioni che introduca la flessibilità, che potrebbe aiutare a far diminuire la disoccupazione giovanile ed evitare il rischio “di avere intere generazioni perdute all’interno del nostro Paese”. Il Presidente dell’Inps ha quindi ricordato che le buste arancioni sono in arrivo per molti italiani e non ha nascosto che a suo modo di vedere la classe politica ha timore di far sapere ai cittadini quale sarà la loro pensione futura per paura di perdere consenso elettorale. Boeri ha anche parlato del part-time agevolato, spiegando che valuterà con estrema attenzione questa sperimentazione, anche se la platea di potenziali beneficiari è piuttosto ridotta.
Pier Carlo Padoan apre su una possibile riforma delle pensioni da parte del Governo. Il ministro dell’Economia, durante un’audizione alle commissione Bilancio di Camera e Senato sul Def ha infatti detto che “ci sono margini per ragionare sia sugli strumenti, sia sugli incentivi per migliorare le opportunità per chi sta per andare in pensione e per chi deve entrare nel mondo del lavoro”. Tuttavia ha poi aggiunto: “In questo senso sono aperto a forme di finanziamento complementare”. Non è chiaro dunque se Padoan consideri “essenziale” un finanziamento complementare delle misure di flessibilità o no. Una differenza di non poco conto per quel che riguarda l’effettiva fattibilità delle stesse.
Anche l’Ania ritiene importante che si possa raggiungere una riforma delle pensioni con la flessibilità dei requisiti pensionistici. E un importante contributo per raggiungere questo obiettivo potrebbe venire dalla previdenza complementare. Lo ha evidenziato Dario Focarelli, Direttore generale dell’associazione delle assicurazioni, durante l’audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sul Def. A questo scopo occorrerebbe però rivedere le norme fiscali e la tassazione dei rendimenti dei fondi pensione, così anche da poter “rivitalizzare le adesioni alla previdenza complementare”.
Per Giuliano Poletti “è del tutto evidente che la Legge Fornero è fatta male”. Tuttavia una nuova riforma delle pensioni non è così facile da varare. “Se fosse stato semplice risolvere il problema lo avrebbero fatto prima di me. Esistono vincoli che tutti conoscono”, ha detto il ministro del Lavoro. Dunque si può arrivare alla flessibilità pensionistica, ma bisogna tenere conto del bilancio pubblico e degli impegni presi con l’Unione europea. Poletti ha anche riconosciuto che i lavoratori non sono tutti uguali, dunque le penalizzazioni dovrebbero essere differenziate. E questo è un obiettivo che il Governo cercherà di perseguire.
Per la Cisl una riforma delle pensioni è necessaria anche per aiutare la crescita del Paese. A giudizio di Maurizio Petriccioli, infatti, non basta superare le clausole di salvaguardia, ma occorre continuare a ridurre le tasse a lavoratori e pensionati, incentivando così la domanda interna. Inoltre, ci vogliono degli interventi in grado “di sbloccare il mercato del lavoro, restituendo ai lavoratori più anziani la possibilità di accedere anticipatamente al pensionamento e ai giovani maggiori opportunità di ingresso nel mercato del lavoro”.
Negli ultimi giorni l’attenzione del Governo e dell’opinione pubblica è stata catalizzata dal referendum sulle Trivelle. Tuttavia l’esecutivo guidato dal Primo Ministro Matteo Renzi starebbe lavorando strenuamente su alcune novità che dovrebbero essere introdotte entro la fine dell’anno a riguardo di crescita e pensioni. Stando alle notizie che stanno rimbalzando nei corridoi di Montecitorio, allo studio ci sarebbe l’intenzione di operare una riduzione del cuneo fiscale sui lavoratori e sulle famiglie. In particolare, sarebbero due gli obiettivi del Governo: quello di andare a prevedere un nuovo contratto aziendale per i lavoratori ed una riduzione del carico fiscale sulla previdenza complementare. Gli strumenti che dovrebbero permettere tutto questo, inizialmente erano stati previsti nel pacchetto Finanza per la crescita (in arrivo nel prossimo mese di maggio) salvo rimandare il tutto per la legge di stabilità del prossimo autunno, anche per trovare le dovute coperture finanziare. Allo stato attuale delle cose, la tassazione sui fondi pensione è pari al 20% mentre per quanto concerne le casse di previdenza è pari al 26% anche se poi scende all’11% ed al 20% nel caso in cui i due prodotti prevedano investimenti nell’economica reale. Non resta che attendere per valutare quanto il Governo abbia intenzione di scendere la tassazione.