Da oggi Thomas DiBenedetto è ufficialmente il nuovo presidente della Roma. Il consiglio di amministrazione del club giallorosso ha notificato stamane il passaggio di consegne tra il presidente ‘ad interim’ Roberto Cappelli – legale della banca UniCredit – e l’imprenditore statunitense. Entro un mese l’assemblea dei soci ratificherà la carica. DiBenedetto, che è stato cooptato all’interno del cda, è il 22esimo presidente della storia del club. Il nuovo ciclo a stelle e strisce, dunque, può finalmente avere inizio. Un ciclo che è stato affidato allo spagnolo Luis Enrique, con l’obiettivo di mostrare anche in Italia lo spettacolo offerto alla guida del Barcellona B. Finora la missione non può dirsi granchè riuscita, ma naturalmente siamo solo all’inizio. E’ presto per dare giudizi, e va considerato anche che il compito dell’asturiano – catapultato in una realtà completamente diversa da quella di appartenenza – non è certo dei più semplici. La società, finora, con il patron DiBenedetto in testa, non gli ha mai fatto mancare il sostegno. Un fattore fondamentale per un allenatore ancora alle prime armi come lui. Altri colleghi, senza il necessario appoggio, sono già caduti, basti pensare a Gasperini o Pioli, quest’ultimo cacciato addirittura prima dell’inizio del campionato. Luis Enrique, comunque, è un tipo orgoglioso e con le idee chiare. Non è uno che si arrende alle prime difficoltà. L’unica cosa che chiede – anche se sa che non è facile accettarlo – è “un po’ di pazienza, soprattutto all’Olimpico”, come ha detto in una recente intervista rilasciata ai microfoni di Roma Channel. Specificando poi: “Non chiedo pazienza per me, ma per i calciatori”. Sono loro gli interpreti del copione, e loro devono capire bene tutto ciò che debbono fare. La vittoria con il Parma, spiega, è soltanto l’inizio, ma è molto importante per acquisire fiducia in sè stessi. In fondo, fa notare il tecnico, anche “Ferguson agli inizi non ottenne risultati”. In Italia non c’è molta voglia di aspettare, questo lo ha già capito da sè. Anche se – ammette – pure in Spagna, a volte, si esonera alle primissime battute del campionato. Comunque, il calcio è questo e bisogna accettarlo. Tutti gli allenatori “sanno come vanno le cose”, lui compreso, naturalmente. L’importante, secondo Luis Enrique, è sposare un progetto e portarlo avanti il più possibile.
Adesso il prossimo impegno dei giallorossi sarà contro la rivelazione Atalanta. Un banco di prova molto importante; Luis Enrique, però, non si lascerà spaventare. Lui vuole la seconda vittoria e basta. Il sapore dei 3 punti resta impagabile, anche per un ‘filosofo’ del calcio…