Anche Andrea Stramaccioni ha conosciuto il sapore acre della sconfitta. E’ successo a Parma, dove un’Inter lenta di passo e di idee ha ceduto di schianto dinanzi a Giovinco e soci. Ora i nerazzurri sono attesi dalla prova del derby, dove proveranno a riscattare un capitombolo forse fatale per le ambizioni Champions della squadra. Ad Appiano e dintorni già infuria il dibattito: chi ‘aiutare’ tra Milan e Juve, che si giocheranno lo scudetto nei prossimi 180′? Per sondare gli umori del popolo tifoso, abbiamo chiesto il parere del collega Gianluca Rossi, apprezzato editorialista di casa Inter: intervista in esclusiva per IlSussidiario.net.
Allora, Rossi, partiamo da Parma: il primo ko per ‘Strama’, non certo il primo per la tremebonda Inter di quest’anno. Impressioni?
Nessuna impressione in particolare, vado controcorrente. E’ stata la prima sconfitta per Stramaccioni, ma il problema non è di certo lui. La squadra non corre, o comunque corre sempre meno dell’avversario, inutile prendersela con l’allenatore che è atterrato in un contesto del tutto nuovo. Le vittorie degli ultimi tempi avevano illuso troppo.
Ma lei punterebbe ancora su Stramaccioni?
Io lo terrei, è bravo, ha un futuro, non so se da grandissimo della panchina. Il problema, ripeto, è la squadra, che va profondamente rinnovata. La palla passa alla società, che deve fare una valutazione seria sul lavoro del tecnico. Chi sta a capo del club, come il presidente, è chiamato a fare delle scelte molto difficili, me ne rendo conto, ma del resto sono pagati per quello…
A proposito di presidente: si avvicina il derby, e Moratti ha un dubbio amletico. Per lui favorire il Milan o la Juve è praticamente la stessa cosa, lei come si pone sull’argomento? Sempre che non la giudichi una questione di lana caprina…
Ma si figuri, l’Inter deve pensare solo a se stessa, non deve fare alcun calcolo. Arriva da una stagione fallimentare, c’è il derby, è l’ultima davanti al proprio pubblico, l’unica è giocarsela e basta, cercando perlomeno di non perdere, visto che il Milan è nettamente più forte.
Ma lei, come interista, sente più la rivalità col Milan o con la Juve?
Io, da milanese, la sento più col Milan. Diciamo che per gli interisti di Milano togliere lo scudetto ai cugini sarebbe forse la soddisfazione più grande, anche se mi rendo conto che per gli altri interisti – che sono diffusi un po’ ovunque – la nemica numero uno è la Juve.
Col Milan, squadra tecnica e non troppo veloce, potrebbe essere una partita alla portata di quest’Inter…
Sì, ma il problema è che noi corriamo ancora meno di loro… A parte gli scherzi, mi aspetto una partita interessante. Tatticamente, non mi dispiace la formula con i due fantasisti, anche se Alvarez è lento come la morte. L’importante è non fare una gara di attesa, come dicevo prima.
Tra i tanti problemi evidenziati dalla squadra, uno dei più urgenti è rappresentato dalla difesa. Il vero Ranocchia, ad esempio, che fine ha fatto secondo lei?
Guardi, quest’anno abbiamo assistito a tanti ‘casi’, veri o presunti. C’è stato il caso Julio Cesar, il caso Cambiasso, e via dicendo. Ranocchia non sarà Beckenbauer, come forse qualcuno pensava qualche tempo fa, ma comunque è bravo, gli va dato tempo. La dirigenza, a fine stagione, dovrà sedersi a tavolino e fare una valutazione seria su chi è finito veramente e su chi è rimasto semplicemente coinvolto in un’annata nera.
Un elenco dei buoni e cattivi, diciamo.
Io terrei gente come Cambiasso, che in fondo è il primo anno che sbaglia, e Milito, che in una stagione nera ha fatto comunque venti gol. Lo stesso Pazzini, in un organico di cinque attaccanti, può starci benissimo. Poi ci sono altri, invece, come Chivu e Stankovic, che mi sembrano giunti al capolinea. E poi, mi spiace dirlo, ci sono i giovani, che non mi sembrano all’altezza di una big. Zarate, per dire, non lo riscatterei, così come non terrei Forlan.
In entrata cosa serve di più a questa squadra?
Un forte difensore, un forte centrocampista ed un forte attaccante. Minimo 3 acquisti seri.
L’attaccante può essere Lavezzi?
Magari! Il problema è rappresentato da questi 31 milioni. Moratti, questi soldi da spendere, non ce li ha, dunque cercherà di inserire giocatori nella trattativa, che potrebbero essere Pandev, forse Faraoni, forse qualcun altro, in modo da abbassare il cash intorno ai 12-13 milioni di euro. In generale, comunque, nel calciomercato serve anche molta fortuna. L’operazione ideale, vista la crisi economica del calcio italiano, è quella alla Nocerino: costato 500mila euro, ti ha fatto 10 gol. Credo che Galliani sia il primo ad essere rimasto stupito. Come dicevo prima, ci vuole anche fortuna…
(Alessandro Basile)