ESODATI, PER LA NONA SALVAGUARDIA I FONDI CI SONO
Radio Cusano Campus è tornata a parlare degli esodati che ancora sono privi di ogni tipo di salvaguardia. Si tratta di circa 6.000 persone. Una di loro, Gabriella Stojan, è stata ospite della trasmissione “Legge o giustizia”. Oltre a raccontare la sua storia, segnata da un licenziamento mentre si trovava in malattia, dall’impossibilità di trovare un nuovo lavoro e dal varo della Legge Fornero che ha allontanato la pensione fino al 2025, la donna ha ricordato come vi siano stati dei risparmi dai fondi stanziati per le otto salvaguardie finora approvate per gli esodati. E che per vararne una nona basterebbero risorse pari a circa la metà di questi risparmi. Dunque il messaggio è molto chiaro: una nona salvaguardia sarebbe a costo zero, considerando che non bisognerebbe stanziare nuove risorse.
MARTINA: PD VUOLE FLESSIBILITÀ
Intervistato dal TG1, Maurizio Martina ha spiegato che il Partito democratico intende portare avanti un’azione mirata al raddoppio delle risorse per il Reddito di inclusione e per approvare “misure concrete di flessibilità in uscita per le donne e per le categorie più deboli, dal lavoro alla pensione”. Secondo quanto riportato da Fanpage, l’ex ministro, ora alla guida del Pd dopo le dimissioni di Matteo Renzi, avrebbe evidenziato le contraddizioni presenti nei programmi di Lega e Movimento 5 Stelle. Tuttavia sembra che ad accomunare i partiti di Matteo Salvini e Luigi Di Maio ci sia proprio il tema delle pensioni, con la volontà di introdurre Quota 41 e Quota 100 al posto della Legge Fornero. Il Pd, dal suo punto di vista, si dovrà preparare a fare un’opposizione costruttiva, ma non certo irrilevante.
LE RETROMARCE SULLE LEGGE FORNERO
Ancora non è chiaro chi andrà al Governo, ma Orietta Armiliato non nasconde che da diverse parti si è assistito a delle retromarce rispetto ad alcune promesse elettorali, pensioni comprese. Sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social di cui è amministratrice ricorda infatti che “per esempio, la parola ‘abolizione’ riferita alla legge Monti-Fornero che oggi è stata sostituita con la parola ‘superamento’”. Tutto questo mentre “ci arrivano i dati di alcune misure che sono state rese operative dalle ultime leggi di bilancio dai quali si evince che, in barba a chi aveva pronosticato (spesso anche augurato….) un flop delle stesse, le domande inoltrate per accedere ad Ape Social e/o ad Ape Volontaria sono oltre 48.000: possiamo dire, senza alcun dubbio, che non sono numeri residuali o irrilevanti”.
LA RICHIESTA PER FAR RIENTRARE I PENSIONATI DALL’ESTERO
Tra i parlamentari eletti all’estero c’è anche Simone Billi, che entra così per la prima volta alla Camera dei deputati. All’agenzia 9 colonne, l’esponente leghista ha spiegato di essere già al lavoro sul territorio e di avere le idee chiare su quelle che saranno le priorità del suo operato a Montecitorio. Tra di esse “l’esenzione fiscale sulle pensioni per facilitare il rientro in Italia dei pensionati”, ma anche un lavoro “per evitare che i pensionati con pensioni basse si trovino costretti ad andare all’estero”, come sempre più di frequente succede. Billi punta poi a far approvare una norma per abolire l’Imu sugli immobili degli italiani residenti all’estero, perché la casa che essi possiedono nel nostro Paese “non deve essere considerata seconda casa ai fini fiscali”. Dal suo punto di vista, poi, va cambiato il sistema che porta all’elezione dei parlamentari all’estero, in quanto si “presta particolarmente a possibili brogli”.
LA DELIBERA M5S SUI VITALIZI
Ora che Roberto Fico è Presidente della Camera, il Movimento 5 Stelle è intenzionato a portare avanti il progetto di tagli ai vitalizi promesso in campagna elettorale. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, ci sarebbe già una delibera praticamente pronta per il primo ufficio di presidenza. L’obiettivo sarebbe quello di non far maturare più ai nuovi eletti una pensione a 65 anni di età anche dopo cinque anni pieni di legislatura. Per tutti gli altri, inoltre, sarebbe previsto un ricalcolo con il contributivo pieno, anche per gli ex parlamentari che sono già in quiescenza. Il fatto di far passare queste misure mediante una delibera dell’ufficio di presidenza eviterebbe di dover presentare un disegno di legge. Tra l’altro i pentastellati potrebbero avere l’appoggio della Lega su questa misura. Lo stesso Matteo Salvini, ospite di Porta a Porta, ha detto che se si sta andando verso un sistema contributivo per tutti i cittadini, ciò deve valere anche per i politici, anche retroattivamente.
Il quotidiano di Confindustria spiega quindi che secondo la proposta di M5s, Camera e Senato provvederebbero a versare i contributi dei parlamentari che potranno poi essere cumulati con quelli presenti presso l’Inps o in altre casse previdenziali. Come di fatto avviene per i normali cittadini mediante il cumulo contributivo. Ovviamente la delibera avrebbe effetto solo sui deputati, ma sarebbe difficile a quel punto per il Senato adeguarsi a quanto previsto dalla Camera, tenendo conto che a palazzo Madama Movimento 5 Stelle e Lega avrebbero comunque i numeri per far approvare un eventuale ddl in materia.