DAMIANO SULLA QUOTA 41
Cesare Damiano non ha dubbi: bisogna andare nella direzione opposta rispetto a quella indicata da Commissione europea e Fondo monetario internazionale secondo cui sarebbe necessaria una Legge Fornero-2. “È evidente che, dopo le numerose riforme (2004, 2007, 2010 e 2011), il sistema è in equilibrio e che sarebbe impensabile e ingiustificata una nuova ‘mungitura’ per coprire il debito”. Per l’ex ministro del Lavoro bisognerebbe invece portare “avanti una ulteriore opera di correzione della ‘riforma’ del Governo Monti, dopo gli interventi fatti nella precedente legislatura che hanno consentito di recuperare circa 20 miliardi di euro”. E indica già una priorità: “la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica”. “Noi ce l’abbiamo fatta soltanto per chi svolge i cosiddetti lavori gravosi: adesso si tratterebbe di estendere questa misura a tutti i lavoratori, risolvendo in questo modo il problema dei cosiddetti ‘precoci’”, aggiunge.
Damiano ha espresso anche soddisfazione per l’accordo raggiunto tra Inps e Adepp sul cumulo contributivo gratuito. “Il contenzioso sul pagamento degli oneri verrà discusso successivamente e non blocca, quindi, la possibilità di andare in pensione. Ci sono alcuni mesi di tempo per riflettere: per noi non è consigliabile avallare un principio che escluda la gratuità della prestazione dell’Inps”, spiega. L’ex ministro non nasconde infine che “il quadro fornito dall’Inps sulle pensioni, che evidenzia il fatto che quasi il 71% degli assegni è inferiore ai 1.000 euro, rilancia il dibattito sul futuro della previdenza”.