Finisce 1-1 tra Juventus e Napoli nell’andata della finale di Coppa Italia Primavera. Lo spettacolo nel primo tempo, i gol nella ripresa: così potremmo sintetizzare quanto abbiamo visto. Il risultato sta stretto ai bianconeri, che hanno dominato per 50 minuti prima di subire il pareggio e andare sotto psicologicamente, anche se il Napoli non ha creato pericoli; ma ora nel ritorno del San Paolo (si dovrebbe giocare intorno a fine mese) ai partenopei basterà lo 0-0 per portare a casa il trofeo, che manca alla squadra dal 1997.
Meglio, decisamente meglio, il primo tempo: i bianconeri dominano partendo a spron battuto e mettendo sotto il Napoli, ma tra Crispino, sfortuna e imprecisione trovano il vantaggio solo a inizio ripresa, quando però la spinta si sta esaurendo. La rete di Tutino ha l’effetto di far abbassare il baricentro alla formazione di Baroni, che si ritrae lasciando campo all’avversario e, pur controllando, non riesce più a tornare davanti se non nel finale, quando è troppo tardi.
Premiata la reazione e una parte di secondo tempo in cui i ragazzi di Saurini hanno fatto la voce grossa, costretto la Juventus a coprirsi e portato in porto il risultato. Però nella prima frazione la squadra ha pagato lo scotto dell’emozione e ha dimenticato di giocare, non pagando i propri demeriti e paure. Si torna al San Paolo con un risultato ottimo, ma l’approccio alla partita dovrà essere decisamente migliore per portare a casa il trofeo.
Solo due ammonizioni, pochi fischi (solo quando necessari), una direzione di gara pulita e ordinata: non deve prendere le decisioni della vita, ma è comunque bravo a dirigere al meglio l’incontro.
Forse vede in ritardo il tiro di Tutino e si fa sorprendere. Prima e dopo, si accartoccia su una conclusione di Guardiglio, e nulla più.
Senza infamia e senza lode, nel finale partecipa alla spinta, prima tiene bene su Tutino che soffre però nel secondo tempo.
Lampi di classe purissima per questo islandese che non sbaglia un pallone, è pericoloso sui calci da fermo e ha una pulizia negli interventi da categoria superiore. Ci arriverà.
Anche lui non si fa particolarmente notare, ma è anche merito suo se Insigne gioca una partita incolore e senza guizzi.
A livello di talento è forse il migliore della Juventus, e per questo è ancora peggio, perchè sbaglia partita non riuscendo mai ad entrarci. E perde il pallone decisivo. ()
Alti e bassi, ma in generale una partita di personalità condita da qualche spunto palla al piede che ne alza la valutazione.
La Juventus lo ha preso in gennaio: sostituisce capitan Schiavone e dimostra testa, lucidità e coraggio. Sbaglia poco, copre e imposta. Ha futuro.
( Una mezz’oretta per dimostrare di avere numeri per emergere)
Gol a parte, il suo costante movimento manda in tilt la difesa del Napoli, e spesso lo vediamo anche difendere come un terzinaccio. Dopo due minuti manda fuori di un centimetro. Leader.
Messo a sinistra dà un po’ l’impressione di soffrire, spinge ma senza troppo costrutto.
( Entra bene in partita ma poi si ferma un po’ a metà: cercato spesso, perde un po’ troppi palloni)
Come talento è da serie A, sbaglia giusto un paio di gestioni del possesso. Pronti via e prende un palo, quando tocca palla (poche volte) crea sempre qualcosa.
Spaesato, gli arrivano pochi suggerimenti dai compagni. Uno lo spreca con un tiro a girare col mancino sul quale avrebbe potuto fare meglio.
All. BARONI 6,5 Mette in campo una Juventus grintosa che ha voglia di fare la partita e dietro tiene bene. Meriterebbe di più: dovrà andare a giocarsi la coppa a Napoli.
E’ anche merito suo se il Napoli ne prende uno solo: ottime parate in almeno un paio di circostanze, sempre sicuro.
Difficile da saltare nell’uno contro uno, però è lui che si perde Gerbaudo in occasione del gol e un’altra volta rischia la frittata.
Spesso in difficoltà sulle giocate dei centrocampisti bianconeri, non vede mai Beltrame e cerca di raccapezzarsi come può.
Molto meglio del compagno, spesso e volentieri è lui a mettere pezze sulle imprecisioni altrui, esce anche palla al piede in più di un’occasione.
Partita tutta cuore e sacrificio, si alza molto sulla linea di centrocampo a dare una mano Finisce con i crampi.
Anima del centrocampo, spesso silente ma in realtà ben presente in mezzo. Incolla e ricuce, sale tanto nella ripresa.
Conferma quanto di buono fatto vedere al Viareggio, ha quantità ma anche qualità Cala molto nel secondo tempo, deve lavorare sulla continuità.
Uno dei più attesi, sbaglia totalmente la gara: pochissime volte entra nelle azioni dei compagni, vivacchia in solitudine fino alla sostituzione. ()
Un secondo tempo in crescendo non cancella una gara di sofferenza, in cui non salta quasi mai l’uomo e non gli vengono le giocate.
Un altro big che stecca. Qualche sponda, tanto movimento a vuoto, pochissimi palloni giocati. Esce perchè poco utile alla squadra.
( Meglio: si sacrifica nel tentativo di tenere il risultato, anche in un ruolo non suo)
Prima del gol un fantasma che aveva scialacquato le poche azioni in cui era entrato; poi la rete di rapina e qualità, che gli dà coraggio per la mezz’ora finale in crescendo. Ma ci si aspetta di più. ()
All. SAURINI 6 Mette in campo la squadra migliore senza badare a tattiche, ma l’atteggiamento non è quello giusto. Si salva, ma per il ritorno dovrà pensare di osare di più o comunque esigerlo da suoi ragazzi.
(Claudio Franceschini)
Marcatori: 46′ Gerbaudo (J), 64′ Tutino (N)
Branescu; Untersee, Magnusson, Rugani; Ruggiero (85′ Lanini), Cavion, Sakor (63′ Kabashi), Gerbaudo, Laursen (54′ Mattiello); Beltrame, Padovan. All. Baroni
Crispino; Guardiglio, Celiento, Lasicki, Nicolao; Palma, Radosevic, Fornito (85′ Gaetano); R. Insigne, Novothny (69′ Scielzo), Tutino (89′ Zambrano). All. Saurini
Arbitro: Ghersini
Ammonito: Celiento (N), R. Insigne (N)