«A Del Neri piacciono i portieri che difendono lo spazio della linea difensiva. Storari da questo punto di vista ha una grande dote: quella di capire prima dove arriva la palla». Guido Bistazzoni, ex portiere di lungo corso e oggi preparatore degli estremi difensori della Sampdoria, conosce Del Neri e non ha dubbi sulle qualità di Marco Storari molto apprezzate dal tecnico di Aquileia. Bistazzoni ha allenato Storari sei mesi, ma gli è bastato per capire le potenzialità di un portiere che continua a migliorarsi: «La dote principale – racconta Bistazzoni in esclusiva per ilsussidiario.net – è la reattività con una grande velocità di esecuzione. Sì, si è migliorato molto con il lavoro perché è un professionista serio che si applica in tutte le esercitazioni: in questi 2/3 anni è esploso». Il portiere deve avere anche un carattere forte per guidare un intero reparto, un’intera squadra. «E’ molto carismatico e ha personalità. Ha un grande “io”, anche per questo non si demoralizza mai nemmeno di fronte a un gol preso». Nel frattempo a Vinovo, però, tiene ancora banco il dualismo tra Buffon e Storari. «Marco se la può giocare con Buffon, che resta sempre il portiere della nazionale. Avere due portieri così può essere un problema per il mister. Secondo me la società parlerà con l’allenatore: o vanno su uno o vanno sull’altro. Faccio un in bocca al lupo a Marco che è integro ancora per diversi anni; spero che giochi. Domenica con la Roma ha dimostrato le sue caratteristiche: ti può salvare il risultato e ti fa vincere le partite».
Vista la mancanza di grandi portieri, non sarebbe meglio se andasse a giocare in altri club? «Sì, per lui è un peccato aspettare in panchina. E’ comunque un professionista che si allena per farsi trovare pronto. Non so quali fossero gli accordi all’inizio della stagione, ma se si parte con un portiere che ha un buon rendimento, sarebbe giusto proseguire su quella strada. Gli auguro di poter giocare da titolare». Se era quasi scontato che ci sarebbero stati dei problemi, resta da chiedersi come si muoverà la società. «Marco ha 34 anni ed è al top. Deve scegliere lui cosa fare; può trovare qualsiasi squadra, anche all’estero. Io, quando giocavo, mi sono sempre sentito realizzato giocando».