Nel corso dei decenni Milano ha saputo accogliere migliaia di studenti provenienti da tutte le regioni d’Italia e giunti nel capoluogo lombardo per poter frequentare le più prestigiose università. Durante tutti questi anni l’esigenza di un alloggio a un prezzo accessibile ha continuato ad essere per le diverse generazioni di universitari il primo bisogno a cui dover rispondere. Già nel 1989, da un gruppo di studenti che aveva in comune il problema dell’alloggio, ma anche il desiderio di affrontare insieme l’esperienza dello studio, nasce “La Ringhiera”. «Una cooperativa universitaria a tutti gli effetti – spiega a IlSussidiario.net il Presidente, Jacopo Vignali -, la forma più indicata per chi volesse condividere sia la vita che lo studio. All’inizio gli iscritti erano 150 iscritti e gli appartamenti 13. Oggi La Ringhiera permette a 1.200 studenti di condividere l’esperienza dell’università grazie a 200 appartamenti presenti a Milano e in altre 11 città d’Italia. La sua crescita non ha però compromesso l’impostazione iniziale. La gestione è professionale, ma i soci sono soltanto studenti universitari, alcuni dei quali partecipano anche al Consiglio di amministrazione». Secondo una scelta gestionale compiuta fin dall’inizio gli appartamenti non sono di proprietà della cooperativa, ma in affitto e scelti a seconda delle necessità degli studenti, che contribuiscono economicamente tutti allo stesso modo.
Davanti a un mercato in grado di offrire buoni appartamenti soltanto a prezzi proibitivi nasce però l’esigenza di avviare progetti di social housing, in collaborazione con la Compagnia delle Opere (e il soggetto appositamente creato, Compagnia dell’Abitare). Pompeo Leoni è il primo risultato di questo lavoro e verrà inaugurato oggi, alla presenza del Sindaco di Milano, Letizia Moratti. «Si tratta di tre palazzine di nuova edificazione e di qualità, in una zona centrale della città, a un prezzo però calmierato. Al suo interno, già oggi, risiedono 180 persone tra famiglie e studenti, in parte soci della nostra cooperativa. L’impostazione non è stata quella di voler creare, come spesso si è soliti fare, un “ghetto” di studenti, ma una comunità. Ci abita lo studente, il professionista, il docente, la giovane famiglia…». Insomma, un caso di successo che può essere da stimolo e d’esempio per un comparto come il social housing, ancora sulla rampa di lancio.
«A mio avviso – continua Vignali -, questa esperienza rappresenta un esempio di politica sussidiaria reale, permesso da un rapporto virtuoso tra il privato, il no profit e l’Amministrazione comunale. Per di più in una città come Milano in cui le giovani coppie sono sempre più costrette a cercare altrove un’abitazione e in cui è sempre più alto il rischio per il capoluogo lombardo di essere inteso come “modello lavorativo” e non come “modello abitativo” ». Le conseguenze di questa tendenza sono facilmente immaginabili: traffico congestionato ogni giorno, sia in entrata che in uscita, desertificazione e mancanza di sicurezza. «Bisogna cercare di riportare la gente a Milano – conclude il Presidente de La Ringhiera -, evitando che gli studenti siano obbligati a pagare cifre folli, magari in nero, e che le famiglie siano costrette ad andarsene. La strada però è indicata: quando i privati vengono messi in condizione di operare e quando ci sono gli strumenti legislativi e finanziari adeguati, si può perseguire con successo e in tempi rapidi il bene comune».