Come sempre, il meeting di Zurigo ha regalato una grande serata di atletica leggera. Non potrebbe essere altrimenti, per una finale di Diamond League con quindici campioni olimpici, quattordici campioni del mondo e diciassette primatisti mondiali stagionali. In copertina però mettiamo – quasi inevitabilmente – i soliti due giamaicani Usain Bolt e Yohan Blake, e con grande piacere il nostro Fabrizio Donato. L’italiano vince la gara del salto triplo, ed è la prima volta che un atleta azzurro vince una gara di Diamond League. Il grande ‘vecchio’ dell’atletica italiana non si fa condizionare dalla pedana bagnata (la pioggia è stata l’unico difetto della serata) e proprio all’ultimo tentativo piazza il 17.29 con il quale si permette di battere pure il campione olimpico Christian Taylor. Il 36enne finanziere di Latina, al ritorno in pista dopo il bronzo olimpico, parte prudente (16.43) mentre l’americano al secondo tentativo piazza un 17.01 che lo manda in testa. Fabrizio va in progressione: 16.62 al secondo, 16.96 al quarto, 16.98 al quinto. Nel frattempo però Taylor era salito fino a 17.16. Un metro e mezzo di vento favorevole però aiutano Donato, che sorpassa sul finale. Comprimari gli altri azzurri: Daniele Greco è quinto con 16.41 e Fabrizio Schembri settimo con 16.24.
Usain Bolt vince i 200 metri in 19″66 con estrema facilità e rallentando a venti metri dal traguardo, a risultato già acquisito. Bolt fa l’ordinaria amministrazione, verrebbe da dire: non si sbatte più di tanto in curva, ma sbuca sul rettilineo già in testa e poi si distende come sa, facendo il vuoto. Dietro di lui altri tre giamaicani: Nickel Ashmeade (19″85), il promettentissimo Jason Young (20″08) e Warren Weir (20″18). Yohan Blake ci regala invece una splendida gara nei 100. Il vice-campione olimpico vince i 100 metri con una facilità disarmante in 9″76, tempo eccezionale con la pioggia. Alle spalle del 22enne si piazzano il connazionale Nesta Carter (9″95) e lo statunitense Bailey (9″97) mentre Tyson Gay non parte nemmeno, squalificato per falsa partenza. La delusione della serata è invece David Rudisha, che alla prima gara dopo l’Olimpiade non solo non fa il record del mondo al quale puntava apertamente alla vigilia, ma perde pure la gara.
Vince il keniano Mohammed Aman, che lo aveva sconfitto anche alla Notturna di Milano del 2009. Caratteristica comune, la pioggia. Diluviava all’Arena, diluvia anche al Letzigrund. Finito il lavoro delle lepri, Rudisha annaspa, arriva in testa ai 100 finali ma si fa superare dal piccolo Aman, che chiude davanti al re in 1’42”53. “Sentivo le gambe stanche – ha detto il keniano, alla prima sconfitta stagionale – e non riesco a correre bene quando c’è brutto tempo”. Shelly-Ann Fraser-Pryce batte Carmelita Jeter nei 100 metri donne: l’olimpionica giamaicana vince con un ottimo 10″83 davanti alla rivale (10″97) che l’aveva sconfitta nelle ultime due uscite a Losanna e Birmingham. Festa di compleanno rovinata per Felix Sanchez: il dominicano, che a Londra ha commosso il mondo con le lacrime di gioia dopo il sorprendente oro nei 400 ostacoli, è solo quarto nei giorno del suo 35° compleanno. Vince un altro ‘vecchietto’, l’americano Angelo Taylor, primo in 48″29. Nei 400 donne l’olimpionica Usa Sanya Richards vince in 50″21 davanti ad Amantle Montsho, alla quale tuttavia basta il secondo posto per portare a casa i diamanti della Diamond League. Grandi risultati anche per Dawn Harper nei 100 ostacoli (12″59) e il keniano Isiah Kiplangat Koech nei 5000 (12’58″98). Tra i vincitori della Diamond League, sottolineiamo i successi di Sandra Perkovic nel disco donne con 63.97 e di Renaud Lavillenie nell’asta con 5.70. Ivan Ukhov si arrampica fino a 2.31 nell’alto, Tero Pitkamaki vince nel giavellotto con 85.27 e accresce il suo rimpianto per essere arrivato al top della condizione dopo i Giochi. In chiusura di serata gli Stati Uniti (con Gay e Bailey) vincono la 4×100 in 38″02: Italia settima in 39″56 con Collio, Riparelli, Marani e Cerutti.