Arte, creazione, musica, innovazione, materiali… si potrebbe andare avanti con la lista, ma il concetto rimarrebbe lo stesso: l’Italia nel mondo rappresenta più di tutti la cultura artistica. Sebbene con vari difetti e limiti strutturali purtroppo ormai storici, il popolo italiano è stato in grado di evolversi nella storia con la cultura e il sapere artistico come vero faro illuminante. Ma anche oggi? Paradossalmente nel periodo più di forte crisi economico del nostro Paese, la risposta è ancora sì. E se questa risposta ancora oggi viene affermata positivamente lo si deve certo a figure come Ivan Paradisi. Imprenditore dell’azienda che porta il suo nome, artista e innovatore, ha fatto della ricerca e del lavoro sul legno la sua vita, la sua passione: un tutt’uno artistico e imprenditoriale che lo fa essere uno dei punti più interessanti della Torino manifatturiera. Di recente il Sussidiario lo ha intervistato scoprendone la storia, l’arte e la scommessa sul made in Italy nel momento di crisi generale. La notizia di pochi giorni fa relativa alla pubblica amministrazione non fa che confermare quanto di buono l’arte e la produzione della Paradisi: gli Assessorati delle Amministrazioni Piemontesi hanno patrocinato un evento per valorizzare alcune eccellenze manifatturiere della Regione gemellandole con la manualità di altrettanti creativi. Ed ecco che l’occasione è stata subito colta da Ivan Paradisi che ha presentato “Rubato a Torino”, l’opera con cui la ditta piemontese ha inteso rappresentare la manifattura Patricola, storica azienda di strumenti musicali a fiato. L’opera è l’incontro tra il simbolo di Torino e la musica più raffinata: da un blocco di legno, su cui è idealmente intarsiata la silhouette della Mole Antonelliana, il profilo in ebano di un clarinetto è “rubato” al volume dell’opera. Estro e creatività, è questo che Ivan Paradisi offre al mercato perché proprio questo è il must della sua esistenza da artista e imprenditore. Produzione al fine della qualità, un esercizio non scontato che rende giusto merito all’arte intesa come applicativa e non fine a se stessa.
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