La protesta attraversa tutte le categorie e le Regioni italiane. Il decreto liberalizzazioni emanato dal governo colpisce gran parte dei settori produttivi italiani, mettendo, in certi casi, a repentaglio non solo prebende e privilegi, ma l’esistenza stessa di tali settori. I tir, bloccando le autostrade, dopo aver messo in ginocchio la Sicilia, stanno falcidiando la distribuzione. Tonnellate di generi alimentari sono da cacciare, mentre gli scaffali di numerosi supermercati di mezza Italia sono vuoti. Protestano, tra gli altri, anche i pescatori. Da questa mattina centinaia di pescatori si sono ritrovati a Montecitorio per protestare contro il caro gasolio. Erano arrivati a Roma, con indosso i giubbotti arancioni di salvataggio e slogan come «La Comunità Europea ci affonda», «Vi state mangiando anche le nostre barche», «Le regole del Nord Europa non valgono per il Mediterraneo». Uno dei loro rappresentati ha spiegato: «Siamo qui per dire no alla licenza punti che ci vuole imporre la Comunità Europea così come anche il giornale di bordo. Per non parlare poi del caro carburante: così non riusciamo ad andare avanti e c’è il rischio di un blocco totale». Già nei giorni scorsi, prima della manifestazione di oggi, avevano dato inizio alle agitazioni contestualmente alla protesta dei Forconi. «Governo e Ue pretendono l’impossibile, non siamo più in grado di andare avanti, di sostenere le spese per mettere a norma le barche in base al Pcp (il Piano europeo), che dovrebbe garantire il futuro della pesca ed invece ci sta stritolando. Se proprio dobbiamo morire, vogliamo decidere noi come farlo», hanno aggiunto. Una protesta decisamente animata, che a tratti ha assunto i toni della violenza. Le forze dell’ordine, infatti,hanno tenuto a distanza di sicurezza i pescatori, attraverso le transenne. Ma, attorno alle 16, si sono verificati dei tafferugli, con il lancio di alcune bombe carta e petardi. Al che, le forze dell’ordine hanno caricato i manifestanti. Questi, dopo la prima carica, hanno alzato le mani in segno di resa. Alcuni di loro sono rimasti feriti. Uno di loro si è accasciato a terra.
Nel frattempo, numerosi pescatori hanno urlato alle forze dell’ordine in tenuta anti-sommossa «vergogna». Come se non bastasse, poco dopo hanno esploso un’altra bomba carta. Al che gli agenti hanno caricato di nuovo allontanando ancora di più i pescatori dalla Camera dei Deputati