«Abbiamo voluto premiare e coinvolgere Colleferro perché è sempre stata una realtà vicina a questa azienda nel corso degli anni, fin da quando la Avio ancora non portava questo nome. Il giorno del lancio di Vega ha dimostrato poi di esserlo ancora di più, ed è stato bello poter portare il maxischermo in piazza dove numerosi cittadini hanno potuto seguire l’evento del lancio». E’ Pier Giuliano Lasagni, direttore della divisione Spazio del Gruppo Avio, a raccontare a IlSussidiario.net i dettagli del lancio del razzo vettore Vega, avvenuto la mattina (ora italiana) del 13 febbraio nella base spaziale Esa di Kourou, nella Guyana Francese. Questa grande partecipazione è dovuta al fatto che il vettore Vega è stato in gran parte realizzato proprio nello stabilimento Avio di Colleferro, e nei giorni scorsi anche il sindaco Mario Cacciotti ha orgogliosamente affermato l’importanza di questo evento per tutta la comunità colleferrina: «Un giorno lungamente atteso, – ha commentato il primo cittadino – che giunge al culmine di un intenso lavoro che da anni l’Avio porta avanti nella nostra città, grazie alle capacità di tutti i suoi collaboratori».
Direttore, ci parli del progetto Vega. Quando inizia?
L’attività riguardante la concezione e lo sviluppo del lanciatore Vega è cominciata nel 2003, e da quel momento abbiamo iniziato a percorrere un importante percorso di crescita, passando dal ruolo di realizzatore di componenti e sottosistemi motore a quello di veri e propri sistemisti, allo stesso livello della EADS (European Aeronautic Defence and Space Company) in Europa. Questo è il salto di qualità che l’azienda Avio si è proposta in questi anni, e il progetto Vega, avviato con l’Asi (Agenzia Spaziale Italiana) che successivamente ha finanziato il programma in ambito europeo, è cresciuto attraverso la qualificazione a terra di tutti gli stadi e i sistemi che hanno poi portato al lancio avvenuto il 13 febbraio.
Quali sono le missioni del lanciatore Vega?
Il lanciatore è stato concepito per soddisfare tutte le necessità di lanci in orbita bassa di satelliti che sono destinati a diversi scopi, come il controllo del territorio, ricerche scientifiche o esperimenti, quindi tutte quelle applicazioni che in Europa vengono chiamate Global Monitoring for Environment and Security (GMES). Vega non serve quei grandi satelliti da telecomunicazioni che vengono messi in orbite geostazionarie, ma si specializza in orbite basse per satelliti scientifici di osservazione della Terra e di controllo del territorio.
Che tipo di satelliti potete lanciare?
Abbiamo la possibilità di lanciare satelliti fino a una tonnellata e mezza in orbite fino a 700 chilometri, ma c’è tutta una mappa di prestazioni che il vettore può garantire. Questa missione di Vega è particolare perché si può facilmente adattare alle esigenze dell’utente, quindi possiamo avere a che fare con le orbite cosiddette “sunsincrone”, cioè sincrone con il movimento del Sole, fino a quelle equatoriali e polari.
Il 13 febbraio è dunque avvenuto il lancio. Quanta tensione c’era?
Era il giorno della verità, quindi la tensione era certamente alta. Il primo volo può sempre nascondere delle incognite, perché non tutto si può provare e testare sulla terraferma. L’Avio ha comunque una grande esperienza alle spalle, grazie alla quale ha potuto prevedere tutte le possibili problematiche relative a un lancio. Basti pensare che le statistiche che la Nasa presenta dicono che un nuovo lanciatore, quando lo sviluppatore ha già maturato una vasta esperienza, ha il 60% di probabilità di completare bene la missione.
Allora si può immaginare la soddisfazione…
Dopo il lancio di lunedì possiamo confermare di aver ottenuto un risultato quasi eccezionale, perché alla fine la missione si è rivelata soddisfacente al 100%. Inoltre i nostri “passeggeri”, cioè il satellite LARES più altri sette satelliti più piccoli, chiamati CUBESAT, che rischiavano il primo volo di un nuovo lanciatore, sono stati premiati per aver scelto il vettore giusto che li ha portati in orbita, peraltro a costo zero, quindi la soddisfazione è anche maggiore.
(Claudio Perlini)