Oggi è la Giornata della Terra (Earth Day in inglese) e Google ha deciso di rendere omaggio a questo particolare appuntamento internazionale attraverso un nuovo logo: «L’iniziativa di Google può risultare a prima vista superficiale, ma sono convinta che siano molte di più le persone che conoscono il noto motore di ricerca di quelle che sono a conoscenza della Giornata della Terra, quindi il doodle di oggi è quanto mai utile e importante», ci dice Giuliana D’Addezio, coordinatrice del Laboratorio di didattica e divulgazione scientifica dell’Ingv (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia). «E’un evento che interessa tutto il mondo, un’iniziativa che seguiamo già da qualche anno, – ci dice Giuliana D’Addezio – e anche in questa edizione abbiamo previsto diversi eventi presso la Città della Scienza di Napoli. E’ ovviamente un’occasione in più per pensare, per fermarsi a riflettere su quello che è il nostro impatto sul pianeta Terra e su tutto ciò che possiamo ancora fare. Non parlo solo di inquinamento ed effetto serra, ma del rapporto che abbiamo in generale con il pianeta, partendo proprio dalle tante manifestazioni del pianeta, di cui ci occupiamo come ente, come terremoti, vulcani e altri fenomeni legati alle dinamiche della Terra». Creata il 22 aprile del 1970 per celebrare l’ambiente e sensibilizzare la popolazione mondiale riguardo la tutela e la salvaguardia della natura e del pianeta, La Giornata della Terra è una festività riconosciuta da ben 192 nazioni nel mondo. Nata come un movimento universitario, questa ricorrenza ha cominciato nel tempo a prendere piede in tutto il mondo, fino a diventare un avvenimento educativo e informativo su scala mondiale. E’ un momento utilizzato come occasione per affrontare tutte le problematiche del pianeta Terra: l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, la distruzione degli ecosistemi da parte dell’uomo, le specie di animali a rischio, l’esaurimento delle risorse non rinnovabili e così via, insistendo nella ricerca di quelle soluzioni che permettano di eliminare o almeno di contenere le conseguenze spesso troppo negative delle varie attività dell’uomo. «Quelle che deve cambiare – ci spiega la D’Addezio – è il nostro modo di percepire, vivere e talvolta convivere con i fenomeni della Terra: dobbiamo innanzitutto conoscere questi eventi, conoscere l’immensa energia che ha il nostro pianeta e renderci conto invece di tutti quei fenomeni che siamo noi a indurre. Tutto questo per essere in grado di difendere noi stessi e per convivere con questi eventi nel rispetto di quelle che sono le tante particolarità del pianeta Terra». Uno dei principi basilari di questa particolare Giornata è che ogni membro della popolazione mondiale può e deve affrontare queste tematiche, a prescindere dal sesso, dall’etnia, dal mestiere e dallo stipendio percepito. «In una fase come questa dobbiamo sempre di più essere parte attiva e non più passiva: gli eventi che si succedono non ci permettono più di essere solo spettatori, ma dobbiamo essere attori diretti di questo momento particolare e prenderci cura in prima persona del nostro pianeta, senza pensare che qualcun altro lo farà per noi». E il Giorno della Terra può appunto essere una buona occasione per riflettere. Ma l’iniziativa è molto più articolata di un solo giorno commemorativo. La grande campagna di sensibilizzazione riguardo lo sviluppo delle energie rinnovabili, chiamata dagli organizzatori “Green Generation Campaign” ha inizio con la Giornata della Terra del 2009: l’obiettivo è la ricerca e la creazione di una “green economy” che possa mettere fine alla dipendenza dai combustibili fossili e permettere un futuro basato principalmente sulle energie rinnovabili. Il 22 aprile di quell’anno sono state tantissime le iniziative e gli eventi organizzati in tutte le città del mondo: a Roma, per celebrare la Giornata promossa da Nat Geo Music, il canale musicale di National Geographic, fu organizzato un grande concerto in piazza del Popolo che ha visto coinvolti tanti artisti di fama internazionale. L’anno precedente il concerto venne invece organizzato al Circo Massimo e trasmesso da Nat Geo Channel. Quest’anno, invece le cose saranno diverse.
Per questa edizione, infatti, il concerto del 22 aprile 2012 si terrà al Palapartenope di Napoli, con l’obiettivo di “Mobilitare il Pianeta” attraverso iniziative di sensibilizzazione che possano far capire ai cittadini quanto ancora ci sia da fare per aiutare il pianeta che abitiamo. «In qualche modo siamo più informati sui vari eventi e dinamiche che ci circondano, – conclude Giuliana D’Addezio – quindi riusciamo anche a prendere più coscienza di questi fenomeni e di come possiamo agire, sia dal punto di vista della nostra tutela e di tutto ciò che ci circonda. Nel tempo questo tipo di sensibilizzazione si è poi legata a quello che a mio giudizio è il fattore fondamentale, cioè quello economico: per stimolare un reale cambiamento, soprattutto dal punto di vista energetico, deve esserci questo salto per cui oltre ad essere giusto è anche conveniente, altrimenti non andiamo da nessuna parte».
(Claudio Perlini)