Una vera giornata da incubo per il trasporto pubblico milanese. Lo sciopero nazionale di 24 ore indetto da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugltrasporti e Faisa Cisal per “il mancato rinnovo del contratto scaduto nel 2007” ha letteralmente paralizzato la città, scatenando anche diverse scene di panico. I maggiori problemi sono stati registrati sulla linea rossa della metropolitana M1 dove i passeggeri, saliti sulle carrozze prima delle 18, ora di inizio sciopero Atm, bloccati nella galleria tra le fermate della linea rossa Porta Venezia e Lima, sono stati costretti a scendere a Lima, perdendo così tutte le coincidenze con altri mezzi di trasporto.
Come riferisce il Codacons, “la motivazione che il personale ha fornito loro è il malore di qualcuno, verificatosi però a Lima, ossia nella stazione ormai abbondantemente superata da quel convoglio, dato che i passeggeri andavano in direzione Bisceglie/Rho”. Secondo la versione dei fatti fornita da Atm, invece, il treno sarebbe stato bloccato dall’assalto dei passeggeri che, poco prima dell’inizio dello sciopero, avrebbero forzato le porte del convoglio. Per questo motivo l’azienda dei trasporti milanese ha parlato di un “problema di ordine pubblico”. Il treno si sarebbe poi fermato in corrispondenza della banchina, senza ripartire, ed è sempre l’Atm a comunicare che un passeggero avrebbe anche tirato il freno di emergenza. Scattate le ore 18, quindi, i passeggeri ormai snervati avrebbero letteralmente occupato il treno fermo a Lima, rifiutandosi di scendere.
IlSussidiario.net ha contattato telefonicamente alcuni cittadini che si trovavano sul posto. Uno di loro ha chiaramente spiegato che “nessuna comunicazione da parte di Atm è stata data. Siamo rimasti chiusi dentro i vagoni con i finestrini bloccati, senza aria condizionata, stipati come sardine perché era l’ultimo treno prima dell’inizio dello sciopero”. Addirittura molta gente “ha cominciato sentirsi male: c’erano anziani che minacciavano di svenire, bambini che si sentivano male”. Considerati tutti i disguidi verificatisi in questa giornata, il Codacons ha annunciato una class action.
A parlarne a IlSussidiario.net è proprio il presidente dell’associazione, Marco Donzelli: «Quanto è avvenuto oggi ha davvero dell’incredibile. Delle persone sono rimaste bloccate in galleria senza alcuna chiara indicazione da parte di Atm e ancora adesso non si capisce come possa essere ammissibile una situazione come quella che è venuta a crearsi. Legittimamente, i passeggeri che sottoscrivono un contratto con il trasporto hanno diritto di essere rimborsati, il che può avvenire spontaneamente da parte della società in questione (Atm) o attraverso un’azione di classe, contemplata dal nostro ordinamento».
Donzelli spiega dunque che l’iter della class action è molto semplice: «Si presenta la domanda in Tribunale il quale, se la ritiene ammissibile, consente a tutti gli aderenti di poter agire per ottenere il risarcimento. Questo potrà ovviamente essere richiesto anche presentando un modulo, in questo caso alla metropolitana, chiedendo di essere indennizzati. Se invece, come detto in precedenza, questo rimborso spontaneo non dovesse arrivare, saremo costretti a rimediare con un’azione di classe». Il presidente di Codacons conclude spiegandoci che, «dalle testimonianze che ho potuto ascoltare, è evidente che il treno si è fermato in galleria, costringendo le persone che si trovavano all’interno dei convogli a vivere una situazione davvero spiacevole. Naturalmente bisognerà capire meglio, in base alle ulteriori testimonianze e a ciò che comunicherà la società, cosa è effettivamente accaduto».
(Claudio Perlini)