A cura di: Claudio Bartocci, Renato Betti, Angelo Guerreggio, Roberto Lucchetti
Vite matematiche.
Protagonisti del ‘900 da Hilbert a Wiles
Springer-Verlag – Milano 2008
Pagine 335 – Euro 23,00
Il sottotitolo Protagonisti del ‘900 da Hilbert a Wiles chiarisce di che si tratta: una raccolta di biografie di matematici famosi e non, alcuni ancora viventi.
In generale queste vite sono presentate in modo sintetico, a volte perfino criptico nella parte che dovrebbe spiegare i contributi alla disciplina. Si sente che il testo è fatto da più autori; infatti è una riedizione ampliata dei numeri 50 e 51 (dicembre 2003 e marzo 2004) della rivista Lettera Matematica Pristem. É adatto a studenti degli ultimi anni delle scuole superiori e a insegnanti che desiderano informarsi, a grandi linee, sui progressi della matematica nel Novecento fino ai giorni nostri.
Il punto di partenza è rappresentato dai ventitre problemi che David Hilbert propose al Secondo Congresso Internazionale dei Matematici del 1900 e che hanno dato l’avvio ai moderni ambiti di ricerca nella matematica.
Un aspetto interessante è l’inserzione di intermezzi e schede, che spezzano la parte «seriosa», mostrando la matematica in azione in situazioni reali e concrete, anche di vita quotidiana. Due schede spiccano sulle altre perché più adatte ad essere utilizzate con studenti della classe prima di scuola secondaria superiore.
La prima riguarda un famoso esercizio di stile di Raymond Queneau dove vengono date quattro versioni dello stesso episodio, un tizio che sale su un autobus affollato.
La seconda è di Martin Gardner, giocoliere della matematica, che compone e scompone un disegno con dieci coniglietti divisi in due rettangoli, facendo comparire e/o scomparire nuovo figure. É interessante da proporre agli allievi, non tanto per stupirli, ma quanto per abituarli a «pensare» in modi diversi una stessa realtà.
Vengono narrate anche storie singolari, come l’avventura del famoso generale francese Bourbaki diventato, grazie a un gruppo di studenti dell’École Normale che si ritrovava ai tavolini di un bar, uno sconosciuto matematico di origine Poldava (la Poldavia era il paese immaginario in cui si ambientava la maggior parte degli scherzi degli allievi). Questo gruppo di studenti, tra cui i famosi André Weil e Henri Cartan, aveva l’obiettivo di riscrivere i testi vecchi e obsoleti dei manuali in uso alla fine dell’Ottocento, e in particolare di redigere un nuovo testo di Analisi matematica. Lo pseudonimo di Nikolas Bourbaki fu scelto quando il gruppo iniziò una serie di depistaggi per circondare di mistero il proprio lavoro, anche attraverso la diffusione di aneddoti.
L’impostazione ideologica e dogmatica bourbakista ha segnato la storia della matematica del XX secolo, ma si è esaurita agli inizi degli anni Ottanta senza aver raggiunto l’obiettivo di essere «il nuovo Euclide», testo di riferimento sacro ed eterno, dovendosi confrontare con le rivoluzionarie idee che si stavano affacciando nella matematica moderna.
Il testo non è di facile lettura, ma poiché ogni biografia è autonoma, la lettura può essere interrotta e ripresa senza difficoltà a seconda degli interessi del lettore e di eventuali esigenze didattiche.
Recensione di Maria Basso Ricci
(Insegnante di Matematica e Fisica presso il Civico Liceo Linguistico Paritario “Teatro alla Scala” di Milano)
© Pubblicato sul n° 45 di Emmeciquadro