L’impresa è completata. Gli Oklahoma City Thunder, squadra nata solo quattro anni fa, nel 2008 (sulle ceneri dei Seattle Supersonics), e rappresentanti di una città e di uno Stato che non sono di sicuro i più importanti degli Usa – per molti Oklahoma City è solo il luogo dell’attentato del 1995 che causò 168 morti – è giunta in finale della Nba. I Thunder infatti hanno battuto i San Antonio Spurs per 107-99 in gara-6 della finale della Western Conference chiudendo la serie sul 4-2 e conquistando così l’atto finale, dove sfideranno i Boston Celtics o i Miami Heat (stanotte gara-6 a Boston con i Celtics avanti 3-2). Non è certo una sorpresa in senso assoluto, perchè in Oklahoma hanno costruito una grande squadra che già l’anno scorso era arrivata in finale di Conference, ma è comunque una novità assoluta nella storia del basket americano. Si è trattato di una partita dai due volti: dominata dagli Spurs nel primo tempo, con vantaggio anche di 18 punti, ribaltata completamente da Oklahoma nella ripresa fino al tripudio finale. Il trionfo dei Thunder parte da lontano: Durant arrivò nel 2007, quando erano ancora i Seattle Supersonics, Westbrook e coach Brooks nel 2008, Harden nel 2009. Tre stelle da 22,7 anni di età media, tutte arrivate via draft. I nuovi Big Three in gara-6 hanno prodotto 75 punti, 40 nel secondo tempo in cui i Thunder hanno imperversato su San Antonio. Durant ha preso per mano la squadra e firmato la sua quinta doppia doppia in questi playoff, Westbrook è tornato a tirare come sa. Certo, questa eliminazione degli Spurs dispiace a tutti gli appassionati genuini di basket: la squadra di Ginobili, Duncan e Parker ha segnato un’epoca, e anche quest’anno ha fatto cose straordinarie, vincendo la regular season e marciando trionfalmente nei playoff fino a gara-2 di questa finale di Conference. Poi si è spenta la luce, e i “vecchietti” sono stati surclassati dalla gioventù e dall’atletismo dei Thunder. Se vogliamo la partita di stanotte è stato il riassunto della serie: grande qualità di San Antonio nel primo tempo, ma poi rimonta inesorabile di Oklahoma City. L’attacco degli Spurs è passato dai 63 punti del primo tempo ai 36 della ripresa, con Parker, Duncan e Jackson dalla panchina uniche armi offensive. Il bell’abbraccio finale del 36enne Duncan al 23enne Durant suona come un passaggio virtuale di consegne.
San Antonio parte a mille, trascinata dai 17 punti di Parker al 34-20 di fine primo quarto dopo essere stata avanti anche di 18 (34-16). Gli Spurs continuano a martellare dalla distanza (9/15 da tre nel primo tempo) e, nonostante i Thunder ritrovino Durant (10 punti nel secondo quarto dopo i 4 del primo), gli ospiti toccano più volte i 18 punti di vantaggio, tornando negli spogliatoi avanti 63-48. Oklahoma però cambia marcia grazie a Westbrook e Durant, che a 1’40” da fine terzo periodo firma il sorpasso sul 79-77. San Antonio reagisce e a meno 10’21” è avanti 84-82, ma Oklahoma con un 8-0 firmato dalle sue tre stelle costruisce il sorpasso decisivo. A 1’15” dalla fine Parker firma il 99-103, ma gli uomini di Popovich sbagliano i tre tiri successivi. Perkins, con una schiacciata a 24” dalla fine, sigilla il trionfo dei Thunder. “Siamo a un passo dal nostro sogno” ha detto Durant: c’è tutto in sette parole.
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