70 km sciando in tecnica classica dalla partenza di Moena, in val di Fassa, su fino a Canazei e poi giù a tutta fino a Cavalese, in val di Fiemme, dove l’arrivo è posto dopo la salita decisiva: questa è la Marcialonga. Una delle gare di sci di fondo più belle e famose al mondo, che fa parte del circuito Fis Marathon Cup, e anche importante occasione di promozione turistica per le due splendide valli dolomitiche. Il successo della Marcialonga è dimostrato dall’altissimo numero di partecipanti, e da quando si è ritornati alla tecnica classica c’è stato un vero e proprio boom di scandinavi tra gli iscritti (i norvegesi sono più numerosi degli italiani). Per presentarla abbiamo contattato Silvio Fauner, e al direttore tecnico delle Nazionali di sci di fondo maschile e femminile non potevamo non chiedere anche un giudizio sulla stagione 2011/2012 di Coppa del Mondo. Intervista in esclusiva per IlSussidiario.net.
Fauner, cosa pensa della Marcialonga?
E’ un appuntamento mondiale e un evento bellissimo in un paesaggio meraviglioso, uno straordinario successo di partecipanti, tanto che gli organizzatori hanno dovuto mettere un tetto alle iscrizioni, soprattutto da quando si è tornati alla tecnica classica.
Lei quindi condivide questa scelta?
Sì. Naturalmente sia la tecnica classica sia la tecnica libera hanno il loro fascino, ma è chiaro che scegliendo la tecnica classica, che ti “costringe” a sciare sui binari, si può ampliare il numero dei partecipanti, e questo è un aspetto molto importante.
Di sicuro ciò favorisce la partecipazione degli scandinavi…
Infatti l’interesse dei popoli del nord Europa per la Marcialonga è un altro aspetto del successo di questa corsa.
Dal punto di vista tecnico, qual è il punto decisivo del percorso?
Senza dubbio la salita verso il traguardo di Cavalese: chi ha ancora energie in quel punto vince la gara.
Il paesaggio è sicuramente un altro punto di forza della corsa. La Marcialonga è anche un veicolo di promozione turistica?
Certamente sì, è un’occasione molto importante anche da questo punto di vista. Anzi, devo aggiungere una cosa in proposito…
Prego.
Negli anni in cui ho seguito tutto il circuito della Fis Marathon Cup ho capito che la Marcialonga è la gara più bella del mondo. Nelle altre si corre in mezzo ai boschi e si arriva in paese solo per il traguardo, qui invece si percorrono i paesi delle due valli, si passa in mezzo alle case e vicino al pubblico: non c’è paragone.
Quali sono i favoriti secondo lei?
Bisogna naturalmente fare grande attenzione agli specialisti delle lunghe distanze, come i fratelli Aukland e Bjervig tra gli uomini e la Hansson tra le donne.
Però tra i partecipanti c’è anche un fenomeno della Coppa del Mondo come Petter Northug…
Sì, e questo darà ulteriore importanza alla Marcialonga di quest’anno, però non è detto che sia lui il favorito.
Possiamo dire che cerca il riscatto per una Coppa del Mondo che ormai è nelle mani di Dario Cologna?
Beh, aveva annunciato la sua partecipazione già ad inizio stagione, e comunque per riscattarsi davvero sullo svizzero dovrebbe partecipare anche Cologna.
A proposito della Coppa del Mondo, la tappa di Milano è stata un grande successo. Se lo aspettava?
Sì, ma non in queste proporzioni. L’idea di riproporre una gara in città ha avuto successo oltre le nostre più rosee previsioni.
Qual è il bilancio della stagione azzurra finora? Tra le donne è un’annata di transizione…
Inevitabile, visti i ritiri di Follis e Longa alla fine della scorsa stagione. Sostanzialmente è una squadra da ricostruire, anche perchè i fondisti italiani in genere maturano più tardi degli altri (basti pensare proprio a Follis e Longa), ma le giovani interessanti ci sono, ho fiducia per il futuro.
E tra gli uomini?
Alcuni buoni risultati li abbiamo ottenuti, ma il nostro problema è che abbiamo un vuoto generazionale proprio negli anni che attualmente sono al top (i nati dal 1983 al 1988), e quindi dobbiamo difenderci con i “vecchi”, da Clara fino a Di Centa, oltre a far crescere i giovani come Noeckler.
Cosa possiamo aspettarci dalle prossime gare?
Le tappe in Russia possono esserci favorevoli. Nella sprint a skating di Mosca possono fare bene Pellegrino e i fratelli Pasini, mentre le gare in programma a Rybinsk sono ideali per Di Centa, Clara, Hofer e Moriggl.
(Mauro Mantegazza)