Realizzare un’offerta adeguata di alloggi a canone sociale, utilizzando al meglio il patrimonio abitativo pubblico esistente, coniugando le politiche ambientali, infrastrutturali, abitative e di welfare e accogliendo le proposte dei sindacati. E’ questo l’obiettivo del protocollo sottoscritto ieri dagli assessori alla Casa Lucia Castellano, all’Urbanistica Ada Lucia De Cesaris, alle Politiche per il lavoro Cristina Tajani e Onorio Rosati (Cgil), Danilo Galvagni (Cisl), Walter Galbusera (Uil), Walter Chiappelli (Sunia), Leo Spinelli (Sicet) e Giulio Nicosia (Uniat) per soddisfare il bisogno abitativo in città. La buona notizia è che l’Amministrazione di Palazzo Marino si impegnerà a costruire un quartiere nuovo di zecca a prevalenza di edilizia pubblica de convenzionata ma che non sarà un ghetto. L’ impegno coniugherà la creazione di nuovi alloggi di edilizia sociale per le fasce sociali più deboli e il giusto equilibrio tra le scelte fatte con il Pgt e gli ulteriori interventi pubblici previsti dall’Amministrazione comunale. “Dopo molti mesi di trattativa, stamane siamo giunti ad un accordo partito con le nostre considerazioni e osservazioni riguardo all’ultimo PGT- dice a ilSussidiario.net, Maria Grazia Bove, segretario Cisl di Milano con delega alla casa che ha seguito il lungo iter dell’accordo- che , a sua volta è scaturito anche da uno studio commissionato dal Politecnico da cui è emerso il grande bisogno abitativo sul territorio milanese collegato al cuore del problema, il reddito dei cittadini. Ci sono 23.000 domande per ottenere una casa popolare in attesa, e sfratti per morosità che nella sola città di Milano rappresentano il 90%. Insomma, il vero bisogno dei milanesi è un abitazione a canone sociale. C’è una grande fame di edilizia a canone sociale mentre non c’è alcun bisogno di edilizia libera perchè c’è un gran numero di appartamenti sfitti, una vera e propria inversione di tendenza dopo oltre vent’anni”. Gli investimenti sono consistenti e per la prima volta, il Comune ha istituito un patrimonio pubblico costituito da aree da destinare per le nuove abitazioni.
“L’accordo mette a disposizione risorse dal punto di vista economico e delle aree- dice ancora Bove- Per tre anni verranno messi a bilancio, ogni anno, 20 milioni di euro per la costruzione di nuovi alloggi più altri 17 per la ristrutturazione di quelli esistenti. Altri 5 milioni di euro, ricavati da risorse esistenti e sottoutilizzati, verranno invece investiti e destinati a nuove costruzioni”. Entro il 2013 saranno pronti 900 appartamenti, derivanti dalla precedente amministrazione, che sono in via ultimazione. C’è, inoltre, in previsione la ristrutturazione del patrimonio di abitazioni popolari più fatiscenti e di rimetterli sul mercato. “Palazzo Marino costituirà- aggiunge Bove- un ufficio che avrà il compito di raccogliere tutte le unità abitative sfitte o, appena lasciate libere, e si impegnerà a riassegnarle nel giro di quindici giorni. Ogni anno verrà disegnata una mappa per individuare le aree da utilizzare per la costruzione di gruppi di case a canone sociale e, periodicamente, verranno indetti tavoli di confronto con le organizzazioni sindacali per verificare che tutto ciò che è stato delineato, venga effettivamente realizzato”.Il tema della casa sarà poi abbinato a quello del lavoro: “L’amministrazione s’impegnerà, infatti, a sostenere le aree con attività produttive esistenti disincentivando le azioni speculative sulle zone industriali. Verrà incoraggiato il recupero degli insediamenti produttivi esistenti, favorendo l’insediamento di nuove imprese. Il protocollo prevede che ogni imprenditore che vuole ristrutturare la sua azienda abbia un premio volumetrico del 20% sulla sua superficie lorda di pavimento da utilizzare in loco oppure che può rivendere come diritto volumetrico per qualsiasi altra destinazione”.