Solo menzogne contro di me: così Guido Podestà, presidente della provincia di Milano (ancora in carica per gli affari correnti nonostante la provincia sia stata soppressa) ai giornalisti dopo la sentenza sul caso delle presunte firme false della lista Formigoni alle regionali del 2010. Sentenza che lo ha visto condannato a due anni, nove mesi e la sospensione dai pubblici uffici. Insieme a lui sono stati condannati anche alcuni ex consiglieri provinciali: Massimo Turci (due anni e sei mesi di reclusione), Barbara Calzavara (due anni e sei mesi), Nicolò Mardegan (un anno e un mese) e Marco Martino (nove mesi). Sospensione dei diritti elettorali per tutti e ulteriore condanna a pagare 100mila euro alla provincia costituitasi parte civile. Erano accusati di aver falsificato 926 firme in modo da ottenere l’ammissione della lista Formigoni alle elezioni regionali. Il procuratore Robledo aveva chiesto una condanna a cinque anni e otto mesi per falso ideologico. Il giudice invece ha riqualificato il reato passando da falso in atto pubblico a falso in materia elettorale che prevede appunto condanne più lievi. A incastrare Podestà la responsabile Pdl per la raccolta firme, Clotilde Strada, che ha invece patteggiato la pena. Secondo la donna, fu Podestà a invitare a falsificare le firme per raggiungere in tempo la presentazione.