Nove nomadi sono stati arrestati dal Nucleo Radiomobile dei carabinieri di Roma, nell’ambito di due distinte operazioni. Le accuse sono quelle di furto aggravato in concorso, ricettazione e riciclaggio.
Il motivo del tintinnare delle manette è stato in entrambi i casi il furto di un notevole quantitativo di rame. Nel primo caso si è trattato di cinque persone alle porte del campo di via Salone, sorpresi mentre erano intenti a scaricare da un furgone rubato, la cui targa moldava contraffatta ne celava ad un primo controllo la reale provenienza, alcune matasse di rame. Le cinque persone, quattro uomini, ora detenuti al Regina Coeli, e una donna, finita nel braccio femminile di Rebibbia, hanno provato a darsi alla fuga, ma senza esito. I cinquanta quintali di rame sequestrati sembrano provvenire da impianti ferroviari.
Proprio per questo gli inquirenti sono impegnati a verificare se il materiale è compatibile con quello sottratto ad alcune tratte regionali, che hanno dovuto interrompere il servizio nei giorni scorsi proprio per questo motivo. Il prezzo sul mercato clandestino del bottino dei cinque si aggira intorno ai 60mila euro.
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Di più lieve entità l’altra sottrazione illecita. Gli altri quattro “predatori” di rame, del campo di via della Vasca Navale, sono stati arrestati quando avevano appena compiuto un furto di grondaie in un centro sportivo di via Costantino, in zona San Paolo.
Dopo aver tagliato la recinzione esterna, hanno divelto dodici tubi della lunghezza di mezzo metro e le hanno caricate sui alcuni carrelli da supermercato
I quattro sono stati sorpresi mentre si accingevano a ripartire per il campo. I carabinieri hanno provveduto a restituire la refurtiva, mentre i quattro rom sono attesa di giudizio per direttissima.