La falda acquifera sotto Milano continua a crescere, e nel giro di dieci anni il livello di profondità è passato da sei metri e mezzo a quattro, provocando non pochi disagi. Il tunnel della linea gialla della metropolitana milanese si è allagato nel tratto tra le stazioni Lodi TIBB e Brenta due volte tra giugno e luglio scorsi, mentre il traffico è stato deviato per mezza giornata tra viale Forlanini e viale Corsica a causa dell’allagamento del sottopasso. Anche tantissimi residenti sono costretti a convivere con garage sommersi dall’acqua, soprattutto nella zona sud della città, quella più a rischio, dove negli anni Novanta erano attive molte aziende che prelevavano grandi quantità di acqua dal bacino idrico, impedendo così l’innalzamento del livello.Quando però tutte queste imprese hanno chiuso, l’acqua è tornata a salire pericolosamente e in un quarto di secolo la profondità è diminuita di circa 22 centimetri ogni anno.
IlSussidiario.net ha chiesto un parere a Gianfranco Becciu, professore associato di Costruzioni Idrauliche presso la I Facoltà d’Ingegneria del Politecnico di Milano. «In passato ci sono stati molti problemi di infiltrazione d’acqua in alcuni tratti della metropolitana 2 che ora sono stati risolti, anche perché quella metropolitana fu costruita quando la falda acquifera milanese stava scendendo per effetto dei prelievi crescenti di acqua dal sottosuolo. Con la deindustrializzazione dell’area urbana e con la conseguente cessazione di prelievi, la falda ha invertito la sua tendenza, cominciando a risalire». Il professor Becciu continua a spiegarci che «durante la costruzione della metropolitana, era stato ritenuto sufficiente impermeabilizzare solo la parte inferiore delle gallerie, quindi in alcuni tratti ci furono molte infiltrazioni d’acqua e vari allagamenti di cantine, locali e soprattutto di parcheggi sotterranei, che sono normalmente abbastanza profondi. Negli anni passati, in centro città, ci sono stati dei casi in cui interi piani di parcheggi sotterranei non sono neanche mai stati utilizzati perché completamente allagati. Altri rischi poi riguardano la stabilità degli edifici, che hanno le fondazioni in profondità e che, se non progettati adeguatamente, possono presentare qualche problema».
Gianfranco Becciu ci parla della falda sotto Milano e di come sia cambiata nel tempo, spiegando che «il livello è molto variato nel tempo, per effetto delle precipitazioni che avvengono nella parte nord del bacino, quindi a Milano ma anche in tutta la zona di pianura e collinare a Nord della città. Un tempo esistevano dei pozzi che evitavano un pericoloso innalzamento dell’acqua ma, nel momento in cui si è interrotto il prelievo, la falda è tornata al suo livello naturale, che varia di anno in anno. Ovviamente negli anni più piovosi la falda cresce maggiormente, mentre durante i periodi di siccità tende ad abbassarsi più della media». Ma come risolvere questa situazione ed evitare pericolosi rischi per la città e i cittadini?
«Questo è un problema complesso – spiega Becciu – perché parliamo di un corpo idrico molto grande. Una soluzione che era stata presa in considerazione in via teorica negli anni passati era quella di riattivare alcuni pozzi per continuare a prelevare acqua e controllare il livello della falda. Ci sono però delle difficoltà, a partire dai costi, non tanto della riattivazione dei pozzi, ma del mantenimento in funzione delle pompe idrovore per tempi molto lunghi che necessitano quindi di molta energia elettrica. C’è poi anche il problema di dove convogliare le acque prelevate dalla falda, senza creare problemi al sistema idrico superficiale e al sistema fognario. Questa difficoltà è difficilmente risolvibile, e credo che proprio per questo motivo i tecnici del Comune abbiano deciso di rinunciare a questa possibilità. Si tratta di interventi da realizzare in situazioni particolarmente critiche, limitati a particolari zone, e forse l’unica soluzione è quella di tenere conto dell’innalzamento della falda e provvedere per esempio all’impermeabilizzazione delle nuove costruzioni sotterranee. Sono operazioni molto costose che non possono essere attuate in maniera generalizzata, quindi è necessario pensare bene al rapporto costi-benefici. La cosa importante è comunque evitare i rischi per le persone, provvedendo quindi a proteggere le linee della metropolitana e gli edifici che a causa della risalita della falda potrebbero avere dei problemi di stabilità strutturale».