E’ morto Salvatore Crisafulli, noto in tutta Italia per la sua storia personale. Nel 2003 infatti mentre accompagnava uno dei figli a scuola in moto, aveva avuto un brutto incidente andando a sbattere contro un furgone dei gelati. Era sopravvissuto all’impatto ma la diagnosi era stata di coma vegetativo permanente. Fu però protagonista di un caso più unico che raro che colpì tutta Italia: due anni dopo si era risvegliato dallo stato di coma. La coincidenza del suo caso definito miracoloso e la morte in America di Terri Schiavo, anche lei nel medesimo stato di coma vegetativo e che invece veniva lasciata morire sospendonone l’alimentazione, portò la stampa a soprannominarlo il “Terri Schiavo italiano”. Una volta uscito dallo stato di coma, e con ciò provando che quel tipo di malati può sempre uscirne, era rimasto paralizzato e in grado di comunicare solo con gli occhi e il movimento del capo ma cosciente. Crisafulli infatti capiva perfettamente cosa gli veniva detto e poteva commentare con sorrisi, ad esempio. Proprio per l’esperienza di cui era stato protagonista, decise insieme al fratello di fondare una associazione che si occupasse di quelli come lui che erano usciti dallo stato di coma, associazione chiamata Sicilia Risvegli. Proprio un paio di settimane fa Crisafulli aveva fatto richiesta al tribunale di Catania di poter essere ammesso a una terapia con cellule staminali come era già stato fatto con altri casi e con buoni risultati. Purtroppo proprio in queste ultime ore mentre era in attesa di ricevere la visita del medico del tribunale Crisafulli ha avuto una improvvisa crisi e le sue condizioni sono peggiorate improvvisamente: ha perso prima conoscenza e oggi, all’età di 45 anni, è deceduto. Lo scorso luglio aveva lanciato uno sciopero della fame per protesta contro le condizioni in cui vengono lasciati i malati come lui, affermando di lottare “contro un sistema sanitario che per interessi economici costringe la gente a vegetare”. Purtroppo la sua battaglia è finita con la morte improvvisa.
Alla sua vicenda era stato dedicato un libro scritto da una giornalista, Tamara Ferrari, e dal fratello intitolato “Con gli occhi sbarrati”. Il suo caso rimane ad esempio di quanti difendono il diritto alla vita e alla sopravvivenza anche nei casi di stati di coma vegetativo come quello da lui vissuto.