A settembre riprendono a pieno regime i ritmi della vita quodiiana, impegni lavorativi ed extralavorativi che spesso ci lasciano pocotempo da dedicare al noi stessi, a una pausa di relax.
Ma ci sono individui che anche di fronte a questa possibilitò sfrutterebbero il tempo a loro disposizione per “fare”: si possono definire stakanovisti, carroarmati, forze della natura…ma nonostate le accezioni poitive che questi termini possono avere, descrivono quelle persone che non sono in grado di fermarsi mai, neanche quando il corpo, con un malanno o con la stanchezza, glielo imporrebbero.
Anzi, proprio in quei momnti sembrano incaponirsi e non voler lasciare che nulla interferisca con la loro necessità di “andare”, di essere attivi e impegnati. Ma questo horror-vacui, la paura del vuoto inteso come “non azione”, se da una parte li rende molto pragmatici, attivi, e dei punti di riferimento per le persone che hanno accanto, espongono il proprio corpo e la propria psiche ad un logorio continuo e malsano.
Molti di questi individui sono donne, per loro natura, ma anche per un fatto culturale, portate ad agire contemporaneamente su più fronti.
Il magazine Riza Psicosomatica commentando questo tipo di individui cerca di dare alcune dritte utili a chi, riconosciutosi in un simile ritratto, vorrebbe salvarsi da questo continuo, invisibile logorio.
Innanzitutto si tratta di persone a cui sentiremo dire: “C’è sempre qualcosa da fare”, “Non sono capace di stare fermo nemmeno un secondo”, “Non capisco perché dobbiamo stare qui fermi quando potremmo andare a fare un giro”, “Non rimandare a domani quello che puoi fare oggi”…insomma, parlano come agiscono.
Il loro corpo potrebbe reagire con piccoli malanni e acciacchi tipici da non sottovalutare: disfunzioni del ritmo cardiaco, disfunzioni tiroidee e surrenaliche dolori lombari e cervicali, sudorazioni improvvise, vertigini…
In questi casi è meglio modulare le propre energie, riconscendo i propri limiti e priorità: in caso si avvertano dolore e stanchezza è meglio dar loro retta e rallentare. In caso di influenza, bronchite o altri malanni comuni, meglio non ripartire a spron battuto al primo giorno di miglioramento, ma riprendere l’attività gradualmente.
Infine, importante ascoltare chi ci circonda, che spesso mette in guardia con raccomandazioni come “fermati!”, “rallenta!”…e soprattutto, non imporre agli altri i propri ritmi, c’è il rischio di ottenere solo malessere e risentimento.