Gli uffici della sede italiana dell’agenzia di rating Standard & Poor’s, a Milano, in via San Giovanni sul Muro, è stata occupata da una decina di manifestanti . Erano circa una cinquantina i giovani, tra studenti, appartenenti al centro sociale Cantiere, e cosiddetti indignati che si sono ritrovati per protestare contro l’ipotesi di downgrade. I manifestanti hanno chiesto all’agenzia di «riconoscerci la AAA» dal momento che «non siamo noi ad aver contratto il debito». La decina che è riuscita ad accedere al secondo piano dell’edificio, ha calato dalla finestre uno striscione con la scritta «You Are the P.i.g.s, you are the junk» (“voi siete i maiali, voi siete la spazzatura”); la parola, oltre a significare, in inglese, “maiali”, rappresenta un acronimo per indicare i Paesi a più alto rischio di insolvenza: Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna. Secondo alcuni analisti, da anni la sigla dovrebbe essere modificata in P.i.i.g.s., introducendo,quindi, anche l’Italia. All’uscita dell’agenzia, i manifestanti hanno distribuito una “credici card”, una pseudo-carta di credito in cui sarebbero stati caricati 30mila euro, il corrispettivo del debito pro-capite accumulato.
«È una provocazione, ma noi non possiamo pagare gli sbagli e le speculazioni di banchieri e politicanti», ha dichiarato una ragazza che ha preso parte alle proteste. Nel corso del blitz è stato srotolato anche un altro striscione, con la scritta: «Not our debt, drop the debt» (“non il nostro debito, cancella il debito”). Poco importerà all’agenzia di rating dell’incursione; Standard & Poor’s, ad ore, potrebbe decidere di abbassare il giudizio sulla nostra capacità di solvenza, abbassando il nostro livello da Aa2 di un gradino, ad Aa3. Se ciò avvenisse, tuttavia, secondo diversi analisti non sarebbe una tragedia. L’andamento declinante del nostro mercato finanziario, e l’aumento costante del tasso differenziale d’interesse tra Btp italiani e bund tedeschi dipende in parte anche dall’aver già contemplato l’ipotesi. I mercati, in sostanza, si stanno comportando da tempo come se il nostro debito fosse già stato abbassato.
Tuttavia, resta da capire, se effettivamente il giudizio sul nostro debito sarà abbassato, di quanto lo sarà. Molto dipenderà da come sarà interpretata la manovra finanziaria. Se prevarrà la lettura secondo la quale le misure contenute nel provvedimento, finalizzate al pareggio di bilancio, paralizzeranno la crescita, il giudizio non potrà che essere negativo. C’è una minima speranza che, al contrario, l’approvazione della legge sia reputata un segnale di responsabilità da parte dell’Italia, con le relative garanzie di solvenza. Per domani è prevista, in occasione dell’Antibanks Day, una protesta, organizzata da Il Cantiere, in Piazza Affari