Oggi e domani a Baku, capitale dell’Azerbaigian, si giocano le Final Four della Champions League di pallavolo femminile. Nel paese caucasico, nuova frontiera del grande volley rosa, si contenderanno il titolo europeo il Fenerbahce di Istanbul, le russe della Dinamo Kazan, le francesi di Cannes e la nostra Mc Carnaghi Villa Cortese, ormai una grande realtà del nostro volley ma che fa sempre notizia perchè espressione di un paese di circa 6000 abitanti in provincia di Milano, e fino a pochi anni fa era semplicemente la squadra dell’oratorio (clicca qui per leggere l’intervista con l’allenatore di Villa Cortese, Marcello Abbondanza). Sara Anzanello ha giocato per due anni a Villa Cortese dal 2009 al 2011, conquistando due Coppe Italia, per poi trasferirsi – nella scorsa estate – proprio all’Azerreyl Baku, una delle grandi squadre azere, che però non è riuscita a qualificarsi per l’ultimo atto della Champions League. Chi meglio di lei può dunque presentare questa Final Four? Intervista in esclusiva per IlSussidiario.net.
Cosa pensa di questo bel traguardo raggiunto da Villa Cortese, squadra ormai di vertice ma espressione di un piccolo paese?
Io a Villa Cortese ho giocato due anni, quindi sono molto contenta per loro. Lo sono sempre quando una squadra italiana raggiunge un traguardo importante, ma così lo sono ancora di più. Ho bellissimi ricordi dei due anni trascorsi a Villa, con due Coppe Italia vinte e due finali scudetto raggiunte. Quindi ormai è una squadra di vertice.
Che ricordi ha di quei due anni?
Sono stata molto bene, si era creato un bel gruppo, anche con la società: due anni bellissimi, insomma.
La rivale di oggi è il Cannes. Come vede questa partita? Può farci un pronostico?
Sono due squadre di ottimo livello, questo è chiaro. Non faccio pronostici perchè non vorrei portar male, ma Villa ha buone chance, anche perchè mi sembra che Cannes abbia qualche problema con gli infortuni e dovrebbe mancare qualche titolare.
La favorita per la vittoria finale è il Fenerbahce?
Questo è sicuro, ha fatto uno squadrone… Però come è successo l’anno scorso, quando dominò la stagione e poi perse la semifinale, in una partita secca può sempre succedere di tutto. Ci sono tante componenti che possono incidere per determinare il risultato finale.
I confini del mondo della pallavolo però si stanno allargando, come dimostra questa finale a Baku. Com’è vivere e giocare in Azerbaigian?
Eh sì, ho avuto qualche difficoltà (ride)… Prima di tutto la lingua: parliamo in inglese, ma alcune giocatrici parlano solo in russo, la gente parla in azero. Non è stato facile all’inizio, spesso comunichiamo a gesti, comunque ce la caviamo. Però è una esperienza interessante: la pallavolo ha una storia recente qui ma è in grande crescita. E’ molto diverso: tutte le squadre sono a Baku, non ci sono trasferte, giochiamo tutti nello stesso palazzetto, lo stesso giorno ad orari diversi.
Anche il tifo quindi è diverso?
Sì, certo. Ad esempio a Villa Cortese praticamente c’era tutto il paese a vederti al palazzetto, qui è completamente diverso, anche se la rivalità tra le varie squadre è comunque forte.
Com’è l’atmosfera a Baku per queste Final Four?
Sarà un appuntamento importante con la pallavolo di alto livello, assisteremo a tante belle partite. C’è però molta delusione perchè le due squadre azere non sono riuscite a raggiungere questo traguardo.
Ha nostalgia dell’Italia?
Qui mi trovo bene, anche se alcune cose mi mancano, come – ovviamente – il cibo e gli amici. Dal punto di vista della pallavolo, mi manca il livello medio del campionato, a parte i top club le altre squadre sono molto più scarse. Purtroppo però devo dire che anche il livello del campionato italiano mi sembra che si sia abbassato, da quel che vedo in tv. Cinque o sei anni fa avevamo tutte le migliori giocatrici del mondo…
Oggi invece anche tante giocatrici della nostra Nazionale giocano all’estero. Un bene o un male?
Non lo so, prima le italiane si allenavano con le compagne di squadra al top mondiale. Oggi tante campionesse sono andate in Turchia o in Russia, quindi anche il livello del lavoro quotidiano nelle squadre italiane non è più lo stesso.
La Nazionale però non sembra risentirne, la Coppa del Mondo è stata fantastica…
Sì, davvero fantastica, anche se naturalmente ci è voluto anche un pizzico di fortuna per vincerla, vedi la sconfitta degli Usa nell’ultima partita. Fra poco ci ritroveremo per preparare le Olimpiadi e gli obiettivi sono buoni. Puntiamo a salire sul podio e ce la possiamo fare, anche se ogni competizione fa storia a sé, come l’anno scorso il pessimo Europeo seguito dalla grande Coppa del Mondo. Bisognerà vedere come arriveremo fisicamente e mentalmente ai Giochi.
(Mauro Mantegazza)