È bastata una battuta, ieri, nel corso della conferenza stampa di presentazione dei conti del colosso francese Bnp Paribas per portare sul tavolo pubblico quella che era stata la voce più insistente e più rumorosa degli ultimi tempi. Bnl potrebbe nuovamente essere sul mercato, in cerca di un compratore.
Quella di ieri è stata una smentita secca. Il direttore generale di Paribas, Jean Laurent Bonnafe, ha detto che la banca di via Veneto resterà “sempre” nel gruppo francese. Ma la domanda è apparsa più che impertinente. Gli era stato chiesto se fossero vere le voci di una imminente cessione di Bnl da parte del gruppo francese.
Bnp è preoccupata del futuro, come tante banche di questi tempi: per questo si guarda attorno per vedere che tutto fili liscio nelle sue attività, in patria e all’estero. E da tempo si rincorrono voci che potrebbe sistemare i suoi conti con la cessione di asset: in particolare la cessione di Bnl, visto che la piazza italiana non interessa più come una volta e non avrebbe dato i frutti sperati.
Il recente passato è riemerso all’improvviso.
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I francesi acquistarono Bnl con un’offerta avanzata agli inizi del febbraio 2006; si concludeva con quell’atto la stagione dei “furbetti del quartierino” che aveva messo sotto sopra il mondo bancario italiano nell’estate precedente e che si concluse di fatto con la messa alla porta del governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio nel dicembre 2005 da parte del governo Berlusconi e con la nomina di Mario Draghi al suo posto.
In quell’estate rovente la Bnl era stata contesa con uno scontro tra il suo patto di sindacato formato dagli spagnoli della Bbva, le Generali e Diego Della Valle da una parte e Francesco Gaetano Caltagirone, Unipol ed il Monte dei Paschi di Siena dall’altra. Molti dei protagonisti di allora sono protagonisti anche dell’oggi: Della Valle è proprio in questi giorni agli onori delle cronache per un duro scontro con le Generali, in particolare sul controllo del Corriere della sera e della Rcs Mediagroup; Caltagirone continua ad essere il dominus di economia e finanza romana dove è impegnato su molti fronti e continua ad avere un ruolo sempre più importante nell’azionariato della banca senese.
La smentita di ieri è stata fermissima. Ma non è bastata per far sparire ogni ombra di preoccupazione dalla mente del presidente di Bnl Luigi Abete e dell’amministratore delegato e direttore generale Fabio Gallia, cresciuto all’ombra di Cesare Geronzi.
Chissà che fra le pieghe dello scontro tra Della Valle e Geronzi non si nasconda anche il destino prossimo della banca di via Veneto.