«E’ meglio essere il genitore di un ragazzo devastato nel fisico, ma integro nello spirito, piuttosto che padre di una figlia illesa nel corpo, ma distrutta nell’animo». Sono le parole del papà di Pietro, il ragazzo sfregiato con l’acido dall’ex compagna Martina Levato, 23 anni, studentessa della Bocconi in carcere con il suo complice e amante, Alexander Boettcher. Adesso tra i genitori dei due ragazzi c’è stata una telefonata, attraverso un approccio dei legali. A chiederlo è stato il padre di Martina. Una telefonata dove non ha fatto altro che chiedere “scusa”. Il padre di Martina è un professore di matematica, e al telefono è stato “un fiume di parole”, hanno raccontato gli amici di famiglia. Il padre di Pietro lo ha compreso, ma ciò non ha nulla a che vedere con il perdono. Dal 28 dicembre Pietro passa le sue giornate con il volto sfregiato dall’acido muriatico, operato più volte, al reparto di Grandi ustionati dell’ospedale Niguarda di Milano. Il ragazzo ha 22 anni e i medici non sanno ancora se riusciranno a salvargli l’occhio destro. Quel giorno il padre di Pietro ha assistito all’agguato, aveva accompagnato il figlio a ritirare il pacco inesistente. Mentre i genitori di Martina si trovavano a Bollate, a Nord di Milano, e i poliziotti dell’Ufficio prevenzione generale della questura arrestavano la loro figlia. Adesso per lei i suoi legali, Paola Bonelli e Marziano Pontin, hanno chiesto il rito abbreviato. Hanno anche chiesto una perizia psichiatrica. Mentre per il suo compagno, arrestato in flagranza di reato, ha infatti inseguito Pietro per quasi 150 metri con in mano un martello da cantiere, non si conoscono le intenzioni. Martina ha cercato di scagionarlo. (Serena Marotta)