Qualificazioni mondiali, raggruppamento sudamericano. Il Brasile per una volta non c’è: ospita il torneo in scena tra due anni, ha il pass di diritto. Ma Argentina-Uruguay è una rivalità forse ancora più accesa, perché affonda le sue radici fin negli anni ’30 e la vicinanza geografica ne fa quasi un derby (i due Paesi sono separati dal Rio de la Plata). Nell’estate del 2011 l’Uruguay ha vinto la Copa America in Argentina, facendo fuori l’Albiceleste ai quarti: un’onta da lavare immediatamente. Così, quando la Celeste è tornata a mettere piedi a Buenos Aires, la Seleccion di Alejandro Sabella si è vendicata. E’ finita , tutto nella ripresa: apertura di Aguero, chiusura di Messi che ha raggiunto i 30 gol in nazionale. All’80’ minuto Leo si è portato sul pallone per battere un calcio di punizione: rincorsa, sinistro che passa sotto la barriera – che inevitabilmente ha saltato – e palla che si infila alla sinistra di Muslera, tardivo nell’intervento. Un’esecuzione che ha immediatamente portato alla mente i due gol realizzati da Pirlo nel giro di una settimana: prima la punizione contro la Roma, poi quella di Siena, in entrambi i casi rasoterra e finite in porta. E infatti, dopo la gara la Pulce ha rivelato: “Ho visto che il portiere voleva fare qualche passo avanti, e sapevo che la barriera avrebbe saltato; ho fatto allora come Pirlo, che di recente ha segnato in quel modo. Avevo dei dubbi ma ci ho provato, è andata bene”. E’ già una notizia, di per sè, che il giocatore più forte al mondo, o comunque uno dei primi due, dichiari di trarre ispirazione da qualche collega; e questo non fa che farci capire quanto Pirlo sia considerato a livello internazionale e di quale fama goda. Naturalmente al regista della Nazionale, in ritiro a Coverciano per preparare la sfida contro la Danimarca, sono state subito riportate le parole di Messi. “Ha detto davvero così? Mi fa piacere”, è stata la risposta del centrocampista della Juventus. In realtà Leo, nello spiegare il suo gol, ha citato anche Ronaldinho: ed è stato proprio il Pallone d’Oro 2005 a inaugurare la soluzione del tiro sotto la barriera. Stagione 2006/2007, girone eliminatorio di Champions League: il Barcellona campione in carica battè 2-0 il Werder Brema con un gol di Gudjohnsen e una punizione bassa del numero 10 blaugrana. Messi faceva parte di quella squadra:
Da un paio di stagioni era l’esterno a destra di un tridente che aveva in Dinho il cursore a sinistra (ma in realtà a tutto campo) e in Samuel Eto’o il terminale offensivo. Quella versione dei catalani non vinse nulla, se non la Supercoppa di Spagna a inizio stagione: la Liga andò al Real Madrid e in Europa la corsa si fermò agli ottavi di finale contro il Liverpool. Messi però studiava da leader e, quando Ronaldinho fu prima accantonato e poi venduto, divenne quello che è oggi. Il brasiliano andò invece al Milan, dove trovò Andrea Pirlo, con cui giocò per due stagioni e mezza senza riuscire a vincere alcunché; chissà che anche il bresciano non abbia studiato come si calciano le punizioni sotto la barriera e non abbia tratto qualche insegnamento in merito…